Oggi ci è venuto a trovare il fantasma del cantante-poeta Jim Morrison, leader carismatico e frontman del gruppo rock “The Doors”. Profeta della libertà e poeta maledetto, nasce nel 1943 a Melbourne, Florida e muore a Parigi nel 1971. Incarnò simbolicamente la contestazione giovanile sessantottina, giunta rapidamente in tutta Europa, diventando per tutti una delle icone della rivoluzione di costumi, la quale trovò la sua voce politica nelle contestazioni pacifiste contro la guerra in Vietnam, sulle cui atrocità ci ha lasciato alcuni pensieri: «Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra» . Profeta della libertà, dovette pagare con la vita i suoi eccessi, fatalmente segnati dall’abuso di alcol e droghe. Jim Morrison fu, assieme al chitarrista Jimi Hendrix e alla cantante Janis Joplin, uno dei tre rocker caduti nella cosiddetta “maledizione della J”, caratterizzata dalla morte all’età di 27 anni e in circostanze mai del tutto chiare.
Sembra che i giovani di oggi non abbiano quello spirito e quella forza di affrontare la realtà per migliorare la propria esistenza come avveniva a suo tempo e fino ad una ventina d’anni fa. C’è d’aggiungere che la società in cui si trovano a vivere non li aiuta affatto: mancanza di lavoro, di meritocrazia, scarsa preparazione scolastica (lo sa che da un sondaggio dell’STAT molti laureati non sanno scrivere?), diffidenza delle/nelle istituzioni, genitori poco presenti, svaghi e devianze molto presenti. Cosa si sente di dire a questi giovani?
Non arrendersi mai, perché quando pensiamo che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio. Non accontentarsi dell’orizzonte ma cercare l’infinito. Tentare sempre, con la consapevolezza che si possa uscire dal pantano di una realtà avvilente. Vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l’avresti fatta. Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare. Quantunque fosse solo un sogno l’obiettivo da raggiungere, bisogna provarci affinché diventi realtà. A volte il vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato. Ricordatevi che la vita è come uno specchio: vi sorride se la guardate sorridendo. Se avete un’idea rispettatela, non perché è un’idea, ma perché è vostra. Siate sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli trova sempre la forza per riprovarci. Non rinunciate ai vostri sogni: chi rinuncia ai propri sogni è destinato a morire. Sognate perché nel sonno potreste trovare quello che il giorno non vi potrà dare.
Se dovesse qualificare la musica dei “Doors”, cosa direbbe?
La musica dei Doors conduce la gente a un orgasmo emotivo attraverso la mediazione di parole e note.
Tutto qui?
E le pare poco? Ci sono cose che si conoscono e altre che non si conoscono. Esiste il noto e l’ignoto, e in mezzo ci sono The Doors. I Doors sono i sacerdoti del regno dell’ignoto che interagisce con la realtà fisica, perché l’uomo non è soltanto spirito, ma anche sensualità. La sensualità e il male sono immagini molto attraenti, ma dobbiamo pensare a esse come alla pelle di un serpente di cui ci si libererà. La musica dei Doors è una musica ribelle, dannata. Sono sempre stato attirato dalle idee di ribellione contro l’autorità. Quando ti riconcili con l’autorità, diventi tu stesso un’autorità.
Qual è il suo rapporto con l’amore, con le donne?
Se dovessi scegliere tra l’amore e la vita, sceglierei l’amore, perché è la mia vita. Se una donna fosse una lacrima, non piangerei per paura di perderla. La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore della donna che ami. L’amore sopra ogni cosa. Non bisogna mai rifiutare di amare per paura di soffrire: sarebbe come rifiutarsi di vivere per paura di morire. Sant’Agostino ci ha insegnato che la misura dell’amore è amare senza misura. O come ci ha lasciato detto Padre Pio: «Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere. L’amore tutto dimentica, tutto perdona, dà tutto senza riserve».
Quanto è valso l’amore nella sua vita?
Tutta la mia breve vita. Dicono che l’amore è vita, io per amore sto morendo. Amare significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando se stessi. Smetterò di amare solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito. Ma vorrei non poter parlare mai d’amore e di pace: un uomo ci ha provato e lo hanno crocifisso.
Si parla molto di morte, di suicidio. Cosa pensa della morte?
Darei la vita per non morire! Una cosa mi sento di sottoscrivere di me in relazione alla morte: non morirò vecchio, sono come una stella cadente. Se dovessi scegliere tra la vita e la morte, di sicuro sceglierei la morte prima che mi scelga lei. Ma non vivrei con la paura di morire, ma morirei con la gioia di aver vissuto. Però prima di morire vorrei sentire il grido di una farfalla.
E allora che valore darebbe alla vita uno come lei che è vissuto sempre sull’orlo del precipizio, infrangendo ogni regola con eccessi vari?
Se la morte è il risveglio, la vita è un sogno. Nella vita, come in un concerto rock, non dovrebbero esserci regole o limitazioni. Dovrebbe essere possibile tutto. Non accontentiamoci dell’orizzonte quando c’è l’infinito. La mente mette i limiti, il cuore li spezza.
Una sua frase recita: «Sotto la terra c’è nascosto un libro, non cercarlo. Ci sono scritte le regole di un gioco stupido: la vita!» Ma senza un minimo di regole, come si garantisce l’esistenza tra gli esseri umani?
La mia vita è cominciata con un divieto: vietato vietare. Ma vorrei risponderle con una mia poesia. S’intitola “Desiderio proibito”. In tutti i divieti c’è /una magica forza /che induce alla tentazione. /Il vietato è contagioso, /i desideri proibiti /si propagano in noi /come tormento perenne /infuriato dall’inibizione. /L’ubbidienza al tabù /presuppone la rinuncia, /perché tutti i divieti /sono menomazioni che /nascondono desideri. /Così la tentazione /cresce a dismisura nella /prigione dell’inconscio.
Mi sembra una descrizione di un uomo che vive in solitudine. È mai possibile che un artista come lei che ha aiutato a crescere milioni di giovani con la sua strabiliante musica si senta un solitario?
È dura far finta di ridere quando il tuo cuore piange. La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno. Vorrei essere quello che ero quando sognavo di diventare quello che sono.
Poeticamente parlando è un bel pensiero, ma c’è dell’altro che vuole dirci?
C’è chi ragiona col cervello e chi ragiona col cuore. In questo mondo siamo stati gettati come un cane senz’osso. Vivi la vita così come puoi, perché come vuoi non puoi. Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi. È meglio stare all’ombra e vedere la luce che stare alla luce e vedere l’ombra. La solitudine è ascoltare il vento e non poter raccontarlo a nessuno.
A proposito di poesia: cosa rappresenta per lei la poesia?
Il volo della mente: incessante, instancabile, senza meta e senza confini, senza vertigini, e maestoso come un’aquila eterna. Un giorno incontrai un bambino cieco. Mi chiese come fosse il sole e gliel’ho descrissi. Mi chiese come fosse il mare e gliel’ho descrissi. Infine mi chiese come fosse il mondo e, piangendo, gliel’ho inventai. Questo rappresenta per me la poesia, le parole che dissimulano, le parole che corrono, le parole che rassomigliano ad una crescita che significa avere il coraggio di non strappare le pagine della nostra vita ma semplicemente voltare pagina; riuscire a superare i grandi dolori senza dimenticare; avere il coraggio di guardare il mondo e di sorridere; saper distinguere la realtà dai sogni; sapersi rialzare dopo una brutta caduta. La vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità, apre tutte le porte e voi potete passare per quella che preferite.
Per un cantante dovrebbe essere la musica il genere artistico cui tiene di più. Invece lei…
Ma la poesia è musica: senza musica, e viceversa, non può esserci poesia. La poesia è fatta di ritmo, di suoni, di battute, di pause e accelerazioni, elementi che si trovano in musica. L’arte suprema è la poesia, perché ciò che ci definisce come esseri umani è il linguaggio. Per rafforzare ancora maggiormente il binomio poesia = musica, le mie poesie fanno parte dei testi delle canzoni dei Doors.
Ha una sua idea di poesia?
Ho vissuto sempre nella frustrazione che i miei versi non fossero apprezzati. Devo al mio amico poeta beat Michael McClure, se mi sono convinto a pubblicare le mie poesie. Sono molto legato al gioco dell’arte e della letteratura: i miei eroi sono artisti e scrittori. Ammiro profondamente quei poeti che, di fronte a un gruppo di persone, sono capaci di alzarsi in piedi, con o senza microfono, e recitare la loro poesia. Quando scrivi una poesia devi entrare in uno stato mentale particolare, che è quello in cui può indurti la musica con la sua capacità ipnotica di allentare i freni e lasciare che l’inconscio possa scaturire. Sono molto legato alla beat generation ma anche al surrealismo, i miei “numi tutelari” sono Rimbaud, Kerouac, Blake e Nietszche.
Per non farsi mancare nulla si è interessato anche di cinema. Perché questa scelta?
Mi sono interessato al cinema perché è la forma d’arte moderna che più si avvicina all’effettivo flusso di coscienza, sia a livello onirico sia nella percezione della realtà quotidiana. Il cinema, è l’erede dell’alchimia delle arti, ultimo di una scienza erotica. Mi sono appassionato di cinema guardando Gioventù bruciata interpretato da James Dean. Ho anche girato un mediometraggio intitolato Liz, una pellicola in stile warholiano su un lungo spogliarello e sulla nudità di una mia amica in stile nouvelle vague delle prostitute francesi anni ’20, e preso parte, come protagonista ad Hwy: An American Pastoral, film del 1969 diretto da Paul Ferrara, basato su una mia pièce, The Hitchhiker. Ma ho all’attivo anche comparse in alcuni film d’avanguardia.
Da autodidatta?
No. Nel 1963 mi sono iscritto ad un corso di cinematografia presso l’Università della California di Los Angeles, una materia del tutto nuova per quegli anni, che comprendeva il cinema d’autore, la nouvelle vague francese, i film d’avanguardia, underground e sperimentali. La cinematografia mi ha sempre affascinato in quanto non attinge dalla pittura, letteratura, scultura, teatro, ma dagli antichi rituali popolari. È la manifestazione contemporanea di una storia d’ombre evolutasi, il piacere di immagini in movimento, una credenza nella magia. Il cinema ci riporta all’anima, la religione della materia, che assegna a ogni cosa la sua particolare divinità e vede dei in tutte le cose e gli esseri.
Sempre più spesso ci si spinge a trovare la felicità nell’alcol, nelle droghe di ogni genere. Ma che felicità può darci uno strumento che alteri la nostra percezione della vita?
Dovrei dire tanto e molto: ho vissuto sempre con un bicchiere di whisky in una mano e pasticche che s’inchiodano nel cervello nell’altra. Tuttavia, constatandolo sulla mia stessa pelle, mi sento di dire che la vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore di chi ti ama. Non serve strappare le pagine della nostra vita. Basta voltare pagina e ricominciare. Se uno si droga lo capisco, perché il mondo gli fa schifo; ma se non lo fa lo ammiro, perché è in grado di combatterlo. Capiremmo l’importanza della vita solo quando ci verrà negata. Amiamo e rispettiamo la nostra vita più di ogni altra cosa al mondo. Una volta persa non potremmo più rimediare.
Dicono che è una nuova forma di ribellione tra i giovani quella di farsi del male da soli. Ha un pensiero per questi nuovi ribelli?
Fate l’amore sotto le stelle, al limite fatevi le canne, ragazzi ribelli, ma non bucatevi mai la pelle. Cercate di essere sempre voi stessi, così un giorno potreste dire di essere stati gli unici. E quando la vita vi si pone contro con tutto il suo marciume, alzate gli occhi al cielo, è l’unica cosa più grande di voi. Se per vivere vi dicono “sedetevi e state zitti” voi alzatevi e morite combattendo. Ricordate, infine, che la vita è come uno specchio, vi sorride se la guardate sorridendo. Se proprio non avete ragione per vivere non trovatene una per morire.
È risaputo che nell’ambiente artistico soverchia sovente l’invidia per ciò che fanno gli altri. Ma esiste l’amicizia nel suo ambiente? Chi è, secondo lei, un vero amico?
Né più né meno come in altri luoghi di lavoro dove il raggiungimento del successo è messo sopra ogni cosa. Il vero amico non è colui che ti asciuga le lacrime, ma colui che non te le fa cadere! Non è cercando di essere gli altri che siamo noi stessi.
Esiste un futuro per noi mortali?
Il futuro non esiste, è qualcosa che noi rincorriamo e quando lo raggiungiamo subito diventa presente e poi passato.
Per concludere: come si definirebbe?
Uno che ha dato tutto ciò che poteva, un poeta che racconta le sue storie e che canta i suoi versi. Quando il mio corpo sarà cenere, il mio nome sarà leggenda. Io non sarò mai nessuno, ma nessuno sarà mai come me. L’unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi. A volte il vincitore è colui che non molla mai. Penso a me stesso come a un essere umano intelligente e sensibile, ma con l’anima di un pagliaccio, che mi costringe a distruggere tutto nel momento più importante.