Secondo il recente Rapporto Censis-Gewiss (2016) emerge che 29,3 milioni di italiani si sentono insicuri nei luoghi pubblici a causa del buio o della cattiva illuminazione e che ben 2,6 milioni di genitori di alunni dicono che nelle scuole dei figli la luce è inadeguata. Più rosea, invece, la situazione dei centri commerciali e dei i supermercati: solo il 6,4% li considera male illuminati. Qualsiasi spazio, che sia piccolo o infinito, acquisisce valore tramite l’uso e l’interpretazione che viene data alla luce. L’attività progettuale diventa quindi fondamentale, soprattutto nella risoluzione di problematiche giornaliere dove la luce diventa un elemento capace di influenzare ogni aspetto umano, sia negli spazi pubblici che in quelli privati, toccando l’ambito estetico, di sicurezza e sostenibilità. E quando si parla di Design la sperimentazione progettuale va di pari passo con la ricerca scientifica e tecnologica.
Il settore del lighting design sta vivendo una continua evoluzione in linea con i cambiamenti sociali e culturali, portando alla nascita di diverse idee concettuali, espressioni, tecnologie innovative, materiali e metodi di produzione che hanno permesso alla luce di acquisire un significato che va oltre la sua principale funzionalità, anche grazie all’innovazione portata dalla LEDification.
“Il Lighting Design è un settore nel quale, dopo decenni di movimento lento, vi è stata una improvvisa accelerazione con ricerche e innovazioni che forniscono molti spunti per la sperimentazione progettuale. Pensiamo infatti a tutta l’area delle ricerche sulla relazione tra illuminazione e benessere psicofisico degli esseri umani, all’illuminazione dinamica, alle nuove tecnologie del Solid State Lighting, ai sistemi di controllo LMS (Light Management System) e infine alla sperimentazione artistica luminosa. Il Lighting Design è un ambito multidisciplinare, stimolante e aperto a chi vuole apprendere e sperimentare cose nuove, presentarle e confrontarsi con gli altri” – dichiara il Prof. Maurizio Rossi Politecnico di Milano e Direttore del Master in Lighting Design & LED Technology della Scuola del Design del Politecnico di Milano e POLI.design.
Le evoluzioni nel settore hanno portato ad una sempre crescente domanda di esperti in materia. Diventare un lighting designer significa capire come la progettazione di soluzioni luminose deve essere intesa come un servizio atto a favorire il benessere, le attività personali, sociali, produttive, relazionali e comunicative in tutta la sfera dei settori di attività umane.
Ecco perché ormai da 15 anni il Master universitario in Lighting Design & LED Technology della Scuola del Design del Politecnico di Milano e POLI.design, che si svolge presso il “Laboratorio Luce – Dip. Design”, sta formando figure specializzate ma soprattutto versatili con l’obiettivo di trasferire competenze articolate, approfondire le tecniche e sperimentare nuove soluzioni.
Con una quindicesima edizione appena partita – 30 gli iscritti provenienti da oltre 10 nazionalità europee ed extra UE – e con una sedicesima in partenza per febbraio 2019, il Master continuerà a porre attenzione all’analisi e sintesi dei processi metodologici di ideazione, organizzazione e realizzazione del progetto di illuminazione, in relazione con le produzioni e innovazioni tecnologiche del settore e con una particolare attenzione agli aspetti socio culturali fruitivi della illuminazione artificiale. Una strada da percorrere – più dell’80% dei partecipanti, entro un anno dal termine degli studi, è attivo in studi di progettazione e aziende leader di settore – anche grazie ai partner che affiancano la faculty: Artemide, Disano illuminazione, Flos, Gewiss, IGuzzini, Performance In Lighting.