Le migrazioni e il pendolarismo del personale docente nelle scuole italiane rappresentano un fenomeno sociale importante e radicato nel tempo, che per la prima volta viene affrontato a livello scientifico nella ricerca ‘In cattedra con la valigia. Gli insegnanti tra stabilizzazione e mobilità. Rapporto 2017 sulle migrazioni interne in Italia’.
Da dove vengono e dove si dirigono gli insegnanti migranti? Quali sono le cause di questa mobilità, come viene vissuta, in che modo le modifiche legislative l’hanno cambiata? I ricercatori rispondono a queste domande con un approccio interdisciplinare che cerca di superare l’ottica emergenziale.
“L’importanza del comparto scuola nella composizione del mercato del lavoro è sempre più significativa: nell’anno scolastico 2016-17 gli insegnanti sono 855.829, l’11,8% in più rispetto a cinque anni prima. Per quelli non di ruolo le zone di maggiore emigrazione sono Basilicata, Sicilia e Campania, mentre le regioni più attrattive sono Toscana, Piemonte e Lazio: il flusso più consistente va dalla provincia di Napoli a quella di Roma, e dalla Sicilia verso le zone di Milano e Torino”, spiega Colucci. “Al contrario, tra i docenti di ruolo prevale la tendenza a chiedere il trasferimento dal Centro-nord al Sud: in questo caso il flusso più consistente è quello Roma-Napoli, in direzione opposta a quella dei precari” .
“Il 10,5% degli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento nel 2014 ha scelto una regione diversa rispetto al 2011: circa 20.000 docenti si sono spostati dal Sud al Centro-nord. Tra gli insegnanti di ruolo, invece, nel 2015 il 5,9% si è trasferito in una regione diversa da quella in cui insegnava nel 2012: circa 8.000 di loro si sono cioè spostati dal Centro-nord al Sud, tornando evidentemente nei luoghi di origine dopo una esperienza al nord”, specifica Gallo.
La prevalenza di genere degli insegnanti migranti rispecchia quella generale del corpo docente: a muoversi sono soprattutto le donne. L’87% delle iscrizioni in graduatoria in altra provincia nel 2014 è attribuibile alle docenti precarie.
Il volume contiene una serie di approfondimenti sui territori dove l’impatto degli insegnanti migranti è più forte, quali le provincie di Bergamo, Bologna, Reggio Emilia, Asti e Alessandria, “e sul pendolarismo quotidiano con partenza notturna degli insegnanti che si muovono dalle province di Napoli e Caserta per andare a Roma, dove si recano per una supplenza anche solo giornaliera”, conclude Gallo.