Uno dei problemi legati all’inquinamento tutt’ora sottovalutato è quello relativo all’inquinamento luminoso. A riguardo sono stati effettuati numerosi studi scientifici che hanno dimostrato quanto sia realmente dannoso sugli ecosistemi e sulla saluta fisica degli individui, causando un invecchiamento precoce della pelle fino, addirittura, ad aumentare del 30% il rischio di insorgenza di un cancro.
Gran parte della popolazione mondiale, infatti, vive sotto un cielo inquinato da luci artificiali che impediscono almeno al 60% degli europei di vedere con chiarezza il cielo e le stelle.
In particolare l’Italia risulta essere il paese sviluppato con la percentuale più elevata di territorio inquinato dalla luce artificiale a livello mondiale, questo significa che 8 italiani su 10 non riescono a vedere il cielo stellato.
Per inquinamento luminoso si intende l’introduzione diretta o meno di luce artificiale nell’ambiente. Questo fenomeno riguarda tuttavia non solo le grandi città, ma anche quei luoghi incontaminati che di giorno sembrano non conoscere la presenza dell’uomo. La luce artificiale, infatti, può propagarsi per chilometri di distanza a partire dalla sorgente raggiungendo anche le aree protette e i parchi nazionali.
A causare principalmente l’inquinamento luminoso sono le emissioni degli impianti di illuminazione esterna non a norma, cioè quelle fonti che non emettono soltanto la luce necessaria alla visione notturna, ma che ne disperdono in quantità superiore in altre direzioni.
Tra queste fonti di luci, quelle che hanno un impatto maggiore sull’inquinamento luminoso sono le lampade a led, sempre più diffuse grazie ai loro bassi consumi. Questo tipo di illuminazione, però, che trasmette luce con componenti bianco-blu ha un raggio di diffusione molto più ampia rispetto alle luci con una componente prevalentemente gialla. Questa caratteristica delle luci a led causa un aumento del livello di inquinamento luminoso che può espandersi fino ad alcune decine di chilometri.
Secondo l’Atlante Mondiale dell’Inquinamento Luminoso il paese maggiormente colpito dall’inquinamento luminoso è Singapore, seguito da altri come il Kuwait, il Qatar e la Corea del Sud. Tra i paesi del G20, Italia e Corea del Sud sono i più colpiti dall’inquinamento luminoso mentre l’Australia è la meno inquinata.
L’inquinamento luminoso, oltre ad avere un forte impatto sull’ecosistema, incide anche sulla nostra salute fisica. Il nostro organismo, infatti, è dotato di un ritmo circadiano, è cioè programmato per alternarsi tra le ore diurne e quelle notturne. Ciò significa che il nostro organismo adotta determinati comportamenti in base alla condizione di luce o di buio in cui si trova.
Il corretto funzionamento del ritmo circadiano è fondamentale per il nostro equilibrio psicofisico mentre, un mal funzionamento, potrebbe avere effetti negativi sulla salute causando depressione, diabete, obesità, tumore e depressione del sistema immunitario.
La ghiandola pineale, una ghiandola endocrina del nostro cervello, ha il compito di produrre serotonina di giorno e melatonina di notte ma se durante le ore notturne veniamo sottoposti ad un sorgente luminosa la produzione di melatonina e quindi la qualità del sonno potrebbero risentirne.
La luce, e in particolare la luce blu dei dispositivi retroilluminati a led come gli smartphone e i tablet, può disturbare il nostro sonno abbassandone la qualità e questo porta con sé delle ripercussioni sul nostro rendimento durante il giorno.
A riguardo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato che i soggetti esposti a lungo alla luce artificiale durante il giorno, così come le persone che lavorano di notte, sono maggiormente a rischio di tumori al punto che ha inserito l’inquinamento luminoso tra i fattori considerati “probabilmente cancerogeni”.
Ulteriori studi scientifici hanno dimostrato che le donne che lavorano durante le ore notturne hanno un’incidenza di tumore al seno maggiore rispetto alle donne che lavorano di giorno, mentre gli uomini hanno una maggiore probabilità di contrarre un cancro alla prostata.
Per quanto riguarda il nostro ecosistema, invece, oltre all’impossibilità di ammirare la Via Lattea alzando gli occhi al cielo, l’inquinamento luminoso ha delle ripercussioni anche sulla flora e sulla fauna. La luce artificiale, infatti, è tra le cause della scomparsa di alcune specie di insetti e incide anche sull’alterazione dei ritmi fondamentali per la vita degli animali e delle piante.
Stando a quanto riportato dall’International Dark-Sky Association il consumo di luce da esterni degli Stati Uniti raggiunge i 120 terawattora di energia di cui circa il 50% viene sprecato perché nettamente superiore alla reale necessità. Noi italiani, per esempio, spendiamo ogni anno un miliardo e 800 milioni di euro di elettricità, di cui due terzi di illuminazione pubblica e questo fa di noi il paese europeo che spende più per l’illuminazione pubblica.
Limitare il consumo di luce durante la notte è quindi fondamentale per cercare di ridurre l’inquinamento luminoso. Quello che possiamo fare noi, nel nostro piccolo, è cercare di evitare il più possibile di tenere accese inutilmente delle luci durante la notte, soprattutto quelle da esterni, e sostituire le luci a led con quelle a sfondo giallo. Un altro piccolo accorgimento è quello di posizionare le luci in modo che puntino verso il basso per evitare ulteriore dispersione della luce.