Internet sempre più indispensabile, ma quanto inquina. Dall’esplosione della pandemia e con il conseguente ricorso allo smart working e alla Dad, la rete è sovraccarica di utenti e l’inquinamento digitale aumenta: ogni giorno viene sfruttata per seguire lezioni a scuola o università, organizzare lunghe riunioni, vedere film, ascoltare musica. Senza contare l’uso massiccio di social dove si comunica, si inviano foto, si caricano video. Se internet fosse una nazione, sarebbe il quarto Paese più inquinante dopo Cina, India e Stati Uniti, sostengono indagini recenti.
Ogni singola pagina web, ogni sito, ha un impatto negativo sull’ambiente. Anche i dispositivi come pc, tablet o smartphone rilasciano piccoli grammi di CO2 per l’energia necessaria al loro funzionamento. Oggi esistono quasi 2 miliardi di siti web nel mondo, vale a dire uno ogni tre persone. E in questo puzzle a giocare un ruolo fondamentale sono sicuramente i data center dove vi è grosso dispendio di energia soprattutto per il raffreddamento dei server. Per Seeweb, Cloud Computing Provider italiano che ha fatto della responsabilità sociale d’azienda uno stile di vita, ogni anno i data center utilizzano 7 Gigawattora.
Inquinamento digitale: le risorse energetiche
Da molto prima che l’attenzione all’ambiente e al sociale alimentasse pagine di giornali e coscienze collettive, Seeweb ha lavorato per ridurre al massimo il consumo delle risorse energetiche. Nella piena consapevolezza del ruolo ricoperto e dell’impatto ecologico dei servizi offerti in qualità di data center, l’azienda con sede a Frosinone ha scelto le tecnologie più efficienti e a basso impatto ambientale.
Non è dunque un caso se è stata la prima a ricevere la certificazione ISO14001 con la quale è stato attestato il suo impegno costante nell’efficientamento a favore della natura. Inoltre Seeweb attinge l’energia elettrica solo da fonti rinnovabili e certificate, con una gestione dei rifiuti di processo e tecnologici a impatto zero.
Sempre in ottica di attenzione all’ambiente, la società di cloud computing è diventata “gold partner” della The Green Web Foundation, organizzazione internazionale che si occupa di spingere il mondo IT verso un maggior uso di energia rinnovabile. Seeweb ne ha così sposato filosofia e obiettivi, riducendo drasticamente il suo impatto ambientale e a favore della sostenibilità: le sue server farm sono alimentate soltanto da fonti rinnovabili.
Responsabilità di impresa, per Seeweb, finisce per abbracciare anche l’utente finale. Per questo sono numerosi i progetti che l’amministrazione ha deciso di sposare. Progetti che mirano a diffondere una cultura della rete libera e una maggiore consapevolezza nell’uso della tecnologia a partire dai più piccoli. Fra questi Isoc (Internet Society, sezione italiana) e Programma il Futuro in collaborazione con il MIUR.
In tema di lock-in tecnologico, che costringe un cliente all’uso eterno di una certa architettura, a differenza di altri vendor, le tecnologie di Seeweb permettono migrazioni facili e senza intoppi. Una policy che trova applicazione anche nell’utilizzo dei dati: dalla posta elettronica professionale fino a tutte le tipologie di cloud, i suoi servizi sono lontani da ogni forma di data mining.