“Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico si aumenta lo stipendio”: scoppia il caso. Oltre alle considerazioni di opportunità e regolarità del gesto, si fanno spazio anche considerazioni di carattere politico. Al di là delle cifre, l’aumento di stipendio per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, potrebbe sembrare un gesto di cattivo gusto: vediamo perché.
Da burocrati a manager
La figura del manager, nata all’interno delle grandi aziende private, è entrata anche nella pubblica amministrazione dell’era moderna. Messo in soffitta il vecchio burocrate, che si limitava a mandare avanti un ingranaggio preordinato, si è voluto dare anche alla sfera pubblica un certo dinamismo. Le alte cariche sono rimaste di nomina politica ma l’approccio all’azienda è cambiato. E’ comparsa all’orizzonte una parola fino ad allora sconosciuta: obiettivi. Ormai tutte le aziende lavorano per obiettivi che vengono fissati dai vertici, studiati dai quadri e portati avanti dagli impiegati. La capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati è punto di forza per la stessa azienda, nonché fonte di maggiori guadagni per i suoi manager.
La questione dell’aumento di stipendio per il presidente Inps Tridico
Volendo vedere sotto questa stessa ottica anche l’Inps, passiamo in rassegna gli “obiettivi” di questi ultimi anni dell’Ente nato per erogare denaro:
- Cassa Integrazione Guadagni: durante il lockdown, il Governo ha varato un piano straordinario per la concessione della Cassa Integrazione a quelle aziende che hanno dovuto fermarsi. Le cifre sono state erogate con forti ritardi e c’è una bella fetta di platea che la sta ancora aspettando.
- Bonus 600 euro: i bonus previsti sempre dal Governo per consentire ai professionisti di fronteggiare le perdite provocate dal fermo dell’attività sono anche questi stati somministrati con pesanti ritardi.
- Reddito di cittadinanza: su questo capitolo non si possono registrare ritardi, come nei casi precedenti, ma qualcosa di altrettanto grave come la mancanza di controlli. Il sussidio è stato erogato anche a persone che non risultavano avere i requisiti come falsi disoccupati o nullatenenti. L’ultimo caso eclatante a riguardo ha riguardato i fratelli Bianchi, gli assassini di Willy Monteiro.
Il sistema di erogazione, infatti, ha previsto il semplice accoglimento di una domanda in forma di autocertificazione, salvo fare le verifiche in un secondo momento ed esigere la restituzione di quanto ottenuto indebitamente.
L’intervento del presidente del Consiglio Conte
Al di là delle cifre alle quali ogni manager ha diritto e delle procedure adottate, in tempi di recessione globale e alla luce delle difficoltà di gestione che finiscono per ricadere sulle fasce più deboli, una notizia appare quanto meno inopportuna. Talmente inopportuna che anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto in merito: “Il tema è che ci sono cittadini italiani che ancora aspettano la cassa integrazione. Su questo il presidente dell’Inps, tutti i lavoratori Inps e coloro che hanno un ruolo, io per primo, dobbiamo lavorare giorno e notte. Questo è un problema per chi non ha mezzi di sostentamento. Non ha senso dire che milioni l’han preso ma c’è ancora un piccolo numero che non lo ha percepito, perché si tratta di famiglie“.