Strumenti per lavorare e vivere meglio
Innovation Rhapsody di Alberto Gennari edito da Libri Scheiwiller è uno degli ultimi nati della casa editrice , che affronta il tema dell’innovazione a 360°. Il libro ha il pregio di essere chiaro, diretto e adatto a tutti. L’obiettivo dell’autore, infatti, è quello di fornire strumenti e argomenti di riflessione per un percorso che punti all’armonia non solo sul posto di lavoro, ma anche interiore. Non a caso il testo può essere letto dal singolo per trarre spunti utili per la propria crescita personale, ma anche dal manager per rendere più efficiente e visionaria la propria azienda.
Un aspetto interessantissimo di tutto il libro è certamente il concetto di vison, la capacità cioè di re-immaginare il futuro, a cui, specialmente in ambito lavorativo, bisognerebbe tendere. Alberto Gennari ci spiega come buone idee spesso non arrivino a concretizzarsi, facendo luce sulla mancanza di coraggio nel rischiare, sull’assenza di piani pragmatici e sulla paura di mettersi in discussione. Argomenti che, specialmente in questo periodo buio legato alla pandemia, sono di grande ispirazione per tutti. Bisogna reinventarsi anche a livello personale per affrontare le nuove sfide che il futuro ha in serbo per noi.
Sempre nell’ambito del concetto legato all’innovazione, l’autore affronta anche tematiche correlate al ripensamento degli spazi all’interno delle aziende, ridisegna la cassetta degli attrezzi relativi alle nuove competenze del futuro e ragiona su tutte le modalità utili per attivare il cambiamento collettivo e individuale.
Una particolarità molto interessante di Innovation Rhapsody di Alberto Gennari è la bibliografia. Essa è divisa per capitoli e si ispira a musicisti, pensatori e imprenditori che sono stati punti di riferimento culturali e intellettuali dell’autore.
Alberto Gennari si è laureato alla Bocconi in Economia e Business Management in Bocconi. Ha lavorato per grandi marchi internazionali come L’Oréal, Gruppo Della Valle e Schroeder Ventures. E’ Co-fondatore di Architects of Group Genius e ha fondato, e dirige, Weone, società leader nel campo della consulenza d’impresa.
Ringrazio l’autore per la disponibilità all’intervista che è stata ricca di spunti e ci ha permesso di sviscerare meglio alcuni temi fondamentali trattati nel saggio.
Innovation Rhapsody di Alberto Gennari
Nel suo saggio, il tema dell’Innovazione è presentato e raccontato attraverso la musica. Perché questo accostamento, peraltro, ben visibile in copertina?
Domanda e dubbio molto corretto! Diciamo che più che la musica in generale ho usato la vita di Quincy Jones come storia potente e spero d’ispirazione per il lettore. Le analogie con le scelte spesso rischiose che ha saputo fare e il suo duro lavoro che le ha accompagnate, ha creato delle analogie per me potenti con le scelte che ognuno di noi ha di fronte. Quando si parla di Design Thinking, di Agile, di spazi fisici o digitali, di sviluppare gli skills e le abilità che serviranno domani, si deve per forza pensare ad un nuova storia da riscrivere, la propria.
Non volevo perdermi nelle tecnicalità ma stimolare la curiosità per esplorare scenari possibili. Sono convinto che non ci si innamori degli aspetti funzionali delle cose che ci possono servire, semplicemente perché come esseri umani da sempre ci immedesimiamo e innamoriamo più facilmente nelle storie affascinanti che ci vengono raccontate. Quando hanno il fascino di quella di Quincy Jones, associata alla potenza trasversale della musica, diventa più semplice che possa risuonare in ognuno di noi, aggiungendo quello slancio che ci faccia davvero sentire che tutto è possibile, se sentiamo intimamente che possa essere così.
Innovation Rhapsody ha l’obiettivo di fornire strumenti e stimoli per re-immaginare il futuro. Qual è il suo pubblico ideale? Aziende e organizzazioni oppure le sue indicazioni possono essere utili anche al singolo?
Posso dire che vedo le Aziende o le organizzazioni non come entità, ma come la somma degli individui che ne fanno parte, le animano, le fanno vivere e prosperare. Direi quindi che il libro si rivolge assolutamente al singolo individuo, ad ognuno che abbia la sensazione di poter fare la differenza per se stesso, regalando in questo modo le sue migliori energie all’ecosistema personal e professionale nel quale vive. Se ognuno trovasse la voglia e la forza di rileggere il proprio quotidiano, ricercando gli elementi che possano renderlo più interessante e coinvolgente, a trarne beneficio sarebbe non solo la persona che “agisce” quel cambiamento, ma si estenderebbe a tutte le persone che ha intorno a sé.
Il libro ha il pregio di essere ricco di contenuti che possono essere fruiti anche singolarmente. Come mai questa scelta?
Questa forse è la domanda più delicata. La scelta voluta di avere tanti elementi diversi risiede proprio nella potenziale diversità d’interessi di ognuno di noi. Personalmente mi sono appassionato ad ogni elemento che descrivo, ma in momenti diversi della mia crescita umana e professionale. Ho pensato potesse essere lo stesso per il lettore. Ci sarà certamente chi oggi è più interessato a comprendere a fondo lo Smartworking per trasformarlo in Smartliving, mentre altri sono più interessati a esplorare Design Thinking o l’Agile per capire come usarli.
Offrire ad altri, ciò che la vita ha regalato a me, ovvero punti di ispirazione differenti, ho pensato potesse trasformare il libro stesso in un compagno di vita da tenere vicino per essere consultato, letto o esplorato anche in tempi diversi, a seconda delle necessità del momento. Per questa ragione ho inserito una bibliografia molto ricca, divisa per capitoli, in modo che i Giganti che hanno ispirato me, su questo o quell’argomento, possano ispirare anche altri per approfondire quel tema con la varietà che serve a renderlo ricco e concreto da subito.
Innovation Rhapsody è nato con l’obiettivo di stimolare la curiosità. Perché ha sentito la necessità di intervenire su questo argomento? Pensa che molte aziende non siano strutturate nel modo giusto? Cioè non sviluppino dei sistemi interni volti a stimolare la curiosità?
Queste domande colgono appieno lo spirito con il quale ho scritto il libro! Vorrei davvero sfatare un mito che trovo dannoso. Quando sento l’affermazione “Segui la tua passione” rabbrividisco. Penso che sia il consiglio più dannoso che si possa fare. Diventa quasi un invito ad identificarne una, magari aspettando che ci arrivi un giorno per caso come per magia. Secondo me bisognerebbe dire “Segui e alimenta la tua curiosità”. Provare a fare una cosa nuova, vedere che ci riesce, accende la passione nel farla meglio, ci porta a studiare per farla sempre meglio alimentando quel fuoco che ci riempie di soddisfazione. Poi si può passare alla cosa successiva che, attivando lo stesso meccanismo, ci porta ad una vita carica di soddisfazione. Avere una passione sola, per assurdo, ci condanna ad una vita sola, mentre potremmo averne tantissime, che si susseguono facendoci respirare una vita più ricca e varia.
Penso che le organizzazioni oggi fatichino a creare un contesto che stimoli la curiosità o l’esplorazione. Molte ad esempio hanno parlato a sproposito di Smartworking, ma in realtà si trattava solo di telelavoro, in poche avevano investito culturalmente per rendere le proprie persone Smartworkers, condannandole in questo modo ad essere solo mano d’opera a distanza. Invitare le proprie persone a sperimentare il nuovo, seppure in scala ridotta, sembra quasi una perdita di tempo. Ma agendo così ci si condanna progressivamente ad affrontare solo l’ordinario, prigionieri dei risultati a breve che si vogliono raggiungere a tutti i costi. Per questo nel libro invito anche le organizzazioni ad attrezzarsi con un nuovo mindset più reattivo e aperto al futuro, senza il quale non si potrà mai creare un contesto al quale le persone in primis sentano di voler appartenere,
Alla fine del suo libro, ci sono due regali per il lettore. Possiamo anticipare qualcosa?
Assolutamente sì. Ho inserito alla fine del libro due QR Code. Il primo serve a scaricarsi un PDF con i link attivi per consultare con un click i contenuti che cito nel libro. Sono tutti divisi per capitolo in ordine cronologico, per nutrire concretamente e rapidamente la curiosità del lettore relativamente a quel tema. Il secondo invece è per accedere ad una playlist su Spotify con tutti i brani citati nel mio testo e anche quelli che ascoltavo mentre lo scrivevo, che secondo me rappresentano anche un’innovazione nel mondo della musica. In questo modo volevo regalare una rapsodia musicale che possa accompagnare il lettore. Questa playlist l’aggiornerò ogni mese con nuovi brani perché nella musica, come nella nostra vita, l’innovazione non si ferma mai.