L’influencer marketing è la strategia vincente per promuovere un brand sui social media. Lontano dalle logiche della pubblicità che spesso si sono rivelate deludenti, il marketing affidato a un influencer tende a promuovere il prestigio del brand invece del singolo prodotto. È per questo che la scelta del personaggio risulta fondamentale ed è per questo che la scelta di Elodie come testimonial di Durex si preannuncia un vero successo.
Elodie testimonial di Durex
Elodie è stata scelta come testimonial della Durex, la nota azienda di prodotti per il benessere sessuale. La sua hit “Strobo” sarà la colonna sonora dello spot, mentre sui social appariranno diversi contenuti che racconteranno l’amore e dintorni attraverso la sua musica. Il primo della serie, apparso su Instagram, ha già fatto salire notevolmente la temperatura con il pieno di like e commenti… bollenti. La nota cantante romana appare, bella e sensuale come non mai, in un costume da bagno intero cut out color marrone metallizzato, i capelli lisci color caramello, e la scritta a commento del post dice: “Quando la distanza tra di noi si fa più sottile, le sensazioni aumentano” @durexitalia#adv. Numerosi i commenti di apprezzamento per la show girl sia da parte di uomini sia di donne.
Influencer marketing sui social media: il “segreto” del successo
Perché Elodie è la persona giusta per la nuova campagna Durex? Perché sui social ha un seguito di oltre tre milioni di follower? Anche ma non basta. Un’influencer deve essere soprattutto credibile. La cantante si è più volte espressa contro ogni sorta di pregiudizio. Lo scorso anno, la sua presa di posizione a favore della comunità LGBT+ le è valso il ruolo di madrina del Pride. Infine, il rapporto con il suo corpo esprime tutto il suo senso di libertà. Non parliamo di una semplice “svolta sexy” sempre molto spinta dalle produzioni per creare il legame con il pubblico, quanto di un manifesto di emancipazione dagli stereotipi che riguardano il corpo soprattutto delle donne.
Il sesso come argomento tabù
Elodie, dunque, è la persona giusta per parlare ai giovani di sessualità. Di una sessualità sana, rispettosa. I social, e la rete in generale, hanno una grossa responsabilità su questo tema. Secondo uno studio del ministero della Salute (dati 2019), 8 studenti su 10 cercano informazioni sul sesso e sulla riproduzione su internet. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi che si inizi a parlare di sesso già ai bambini della fascia d’età tra i 3 e i 5 anni, l’Italia è ultima in Europa su questo fronte. Nelle scuole non esiste alcuna educazione sessuale. È credenza comune, infatti, che questo sia un compito che spetta alle famiglie. Peccato che solo 1 ragazzo su 4 chieda informazioni sul sesso ai genitori. Pur essendosi oggi accorciata molto la distanza tra genitori e figli rispetto alle generazioni precedenti, la sessualità resta ancora un argomento tabù.
In copertina foto di Tú Anh da Pixabay
Foto interna di Pexels da Pixabay