(Adnkronos) – L’inflazione in Italia ha registrato un incremento dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua nel mese di settembre 2024. Questi dati, forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), indicano una pressione inflazionistica in Italia che non accenna ad arrestarsi, ma che si basa comunque su aumenti contenuti. Ci sono altre buone notizie, relative ad esempio alla riduzione dei prezzi dell’energia (pari al -4%), e al core inflation, che rimane stabile al +1,9%.
Inflazione in Italia: le previsioni ISTAT
Come anticipato poco sopra, il trend relativo all’inflazione nel 2024 continua ad essere lievemente in aumento, sebbene sia importante valutare anche i valori al netto dell’esclusione dei beni energetici. In tal caso, infatti, il livello si mantiene stabile (+1,8%), mentre se si escludono anche i beni alimentari la percentuale resta al +1,9%. Le politiche di controllo dell’inflazione, quindi, stanno dando alcuni frutti importanti per il bilancio familiare degli italiani.
Lo si capisce confrontando il tasso inflazionistico tricolore con quello europeo, dove la media corrisponde al 2,2%, anche se va detto che il suddetto valore è in calo. Una differenza che sottolinea la presenza di dinamiche differenti nel nostro Paese che, rispetto ad altri, pare che stia trovando delle soluzioni più efficaci per contenere la pressione esercitata dall’inflazione. La Banca Centrale Europea (BCE) ha avuto un ruolo fondamentale nel tentativo di stabilizzare i tassi d’inflazione attraverso la politica monetaria. A partire dal 18 settembre, la BCE ha infatti ridotto il tasso sui depositi al 3,50%, il tasso di rifinanziamento principale al 3,65% e il tasso di rifinanziamento marginale al 3,90%..
Obiettivo della BCE
Queste misure mirano a sostenere l’economia, ad incentivare gli investimenti e, in ultima analisi, a mantenere l’inflazione su un percorso stabile e sostenibile. L’obiettivo della BCE è mantenere un tasso di inflazione annuo al 2%, condizione considerata ideale per una crescita economica equilibrata e per la stabilità dei prezzi. Le previsioni indicano che l’inflazione potrebbe aumentare fino al 2,2% entro la fine del 2025, per poi ridursi all’1,9% nel 2026. In altri termini, questa situazione riuscirebbe sia a contenere l’inflazione mantenendola su livelli accettabili, sia ad evitare e a prevenire la deflazione, altrettanto dannosa per l’economia. In un periodo storico come questo, è di fondamentale importanza tenere sotto controllo i costi in casa.
Cosa fare durante l’inverno?
Ora che si avvicina la stagione invernale, per citare un caso concreto, bisogna agire per tempo per contenere le spese legate al riscaldamento. Si può ad esempio provvedere alla manutenzione caldaia sfruttando le offerte proposte dai portali di settore, e coibentare la casa per evitare le fughe di calore verso l’esterno.
Oltre alle utenze domestiche, la lista dei costi più ingenti include anche l’acquisto dei generi alimentari e delle bevande, arrivando in media fino a 240 euro mensili pro capite in Italia. Infine, ecco il mutuo, il cui valore varia sensibilmente in base alla città. Roma e Milano sono le più care in assoluto, considerando che la rata del mutuo arriva intorno agli 850 euro al mese.
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