La Banca d’Italia in una sua pubblicazione offre una definizione di credito al consumatore:
Un finanziamento per acquistare beni e servizi per sé o per la propria famiglia – un’auto, un elettrodomestico, un corso di lingue – oppure per affrontare situazioni in cui è necessario disporre di denaro liquido.
Questo mese la Federconsumatori ha segnalato una forte contrazione del credito al consumo dell’anno in corso, che conferma il trend negativo di quello precedente. Nel 2013 le consistenze del credito al consumo hanno registrato una contrazione del 6%, un dato quasi eguagliato dalla riduzione 2014, che si stima pari al 5% per un debito complessivo di 99,5 miliardi di euro. Molte famiglie, che vivono già da tempo notevoli difficoltà di accesso al credito, cominciano a non riuscire nemmeno più ad indebitarsi.
DINAMICA Un insieme di fattori, questo, che sta avendo conseguenze pesanti sui consumi: si stima che al termine del triennio 2012-2013-2014 si registrerà un significativo calo del 10,7% della spesa, ovvero circa 80 miliardi di euro in meno. L’evoluzione dell’attuale situazione si lega a ciò che è accaduto tra il 2002 e il 2009, otto anni nei quali si è registrata una crescita delle consistenze debitorie. Perché questo? Lo spiega bene Federconsumatori, che scrive:
All’indomani del passaggio all’Euro, per colmare la perdita del potere di acquisto derivante dal forte aumento dei prezzi e delle tariffe, nonché per mantenere gli stessi standard di vita, le famiglie hanno iniziato a ricorrere in misura sempre maggiore all’indebitamento (richiedendo sia prestiti personali, che prestiti per acquisti rateali e persino per andare in vacanza).
Già, ma dal 2009-2010 questo trend ha conosciuto prima un brusco rallentamento, e poi si è ribaltato: i consumi delle famiglie sono diminuiti, inclusi quelli rateali, passando da 115 miliardi a 99,5 miliardi (-13%).
PRESTITI E MUTUI In Italia il credito al consumo è regolato da una media dei tassi del 7,18%, contro il 5,50% dell’area euro. L’Italia detiene anche il primato dei mutui più cari d’Europa: la media dei tassi applicati è del 4,47%, a fronte di una media UE del 3,18%. Tassi così elevati, in pratica, comportano un interesse pari a 25mila euro per ogni mutuo trentennale di 100mila euro.