Incompresa è al cinema dal 5 Giugno. Il terzo lungometraggio diretto da Asia Argento ha partecipato quest’anno alla 67° edizione del Festival di Cannes nella sezione Un certain regard ed è stato insieme a Le Meraviglie di Alice Rohrwacher il secondo lavoro a rappresentare l’Italia alla kermesse. La protagonista è una giovanissima Giulia Salerno che interpreta una bambina di nove anni bistrattata da una famiglia problematica e sconclusionata, due genitori artisti in modo disturbante (attore lui, pianista per diletto lei) la sballottano da una casa all’altra dopo una violenta separazione, relegandola in una solitudine che influenzerà il suo modo di essere. A far la parte dei ‘maltrattatori’, una coppia di attori che non avremmo mai pensato di vedere nello stesso film: Charlotte Gainsbourg e Gabriel Garko si cimentano in ruoli volutamente sopra le righe di borghesi borderline, grotteschi e tragicomici nell’espressione di una sconcertante inettitudine ad occuparsi della progènie, sulla quale peserà sempre in modo cruciale l’aver subìto disattenzioni e poco amore. Garko stupisce per chi coglie l’autoironia del Gabriel “essere umano”, il quale si presta, “non a caso!” penserebbero i cinefili un po’ snob, all’interpretazione di un attore “cane” (cit. nel film) adoratissimo dalle donne ma che tra innumerevoli nevrosi custodisce il desiderio di lavorare finalmente in un film d’autore. La Gainsbourg invece appare comunque familiare nella veste di una donna al limite e magari eccessivamente open-minded, che diluisce però con leggerezza la posa di una sotto, sotto malinconica e infelice femme fatale.
La tematica dell’infanzia “infettata” è già stata affrontata dalla controversa attrice/regista nel 2004 con il film diretto e interpretato “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” tratto dal romanzo di J.T. Leroy e girato negli Stati Uniti. In quel caso le scene di violenza sui minori erano molto più esplicite e, rabbiose in modo meno filtrato rispetto a quest’ultima opera che ci concede anche momenti di distensione da commedia all’italiana, seppur contenendo elementi audaci e di “protesta” rispetto alle proposte nostrane: bambini delle elementari che fumano, dicono parolacce e già sessualmente disinibiti.