La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone, tra cui ex dirigenti di spicco della Juventus, nell’ambito dell’inchiesta “Prisma” che indaga sulle plusvalenze del club bianconero. Tra gli indagati figurano nomi noti come Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, Pavel Nedved, ex vicepresidente, Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato, e Fabio Paratici, ex direttore sportivo.
Inchiesta Prisma: quali sono le accuse?
Le accuse, a vario titolo, contestate nell’inchiesta sono di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Secondo la Procura, la Juventus avrebbe realizzato plusvalenze fittizie e gonfiato il valore di alcuni giocatori in operazioni di compravendita con altre società, al fine di migliorare la propria situazione finanziaria e presentare bilanci più solidi.
L’inchiesta “Prisma” è partita nel 2021 e ha portato alla luce un sistema di plusvalenze che, secondo l’accusa, sarebbe stato utilizzato dalla Juventus per diversi anni. Nel maggio 2023, la Federcalcio aveva già sanzionato la Juventus con una penalizzazione di 10 punti in Serie A.
Perché Roma?
La trasmissione degli atti a Roma era decisa dalla Cassazione che aveva dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti a Roma. Il fascicolo è affidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini ai pm che si occupano dei reati economici, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano.
Cosa succede ora?
Il processo penale che si aprirà nei prossimi mesi sarà l’occasione per fare chiarezza sulle accuse mosse dalla Procura nei confronti della Juventus e dei suoi ex dirigenti. Si tratta di un caso complesso e di grande rilevanza per il mondo del calcio italiano. Ci saranno potenziali conseguenze significative per il futuro della Juventus?
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