(Adnkronos) – Roma, 5 mar. (Adnkronos) “Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, e in particolare ad alcuni esponenti della stampa”.
Così la premier Giorgia Meloni sull’inchiesta della procura di Perugia. “Utilizzare così le banche dati pubbliche – sottolinea poi la premier – non c’entra niente con la libertà di stampa”. Di “un fatto estremamente grave” parla anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Essendoci un’inchiesta in corso sarebbe improprio che io mi esprimessi adesso”, afferma rilevando che la vicenda “si innesta in una situazione che si è sedimentata da anni, il fatto che il diritto alla privacy, garantito dall’articolo 15 della Costituzione, è diventata un’aspirazione metafisica”.
Inchiesta Perugia: fatto gravissimo
Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un punto stampa a margine del Consiglio Ue, ha risposto a una domanda sull’inchiesta della procura di Perugia. “Le stesse intercettazioni, più o meno lecite e captate in modo diverso, sono diventate quasi la regola, mentre l’articolo 15 dice che possono essere limitate solo a casi eccezionali. Se poi non vengono nemmeno autorizzate dall’autorità giudiziaria e captate in modo eccentrico, deve intervenire la magistratura ma anche il legislatore”, ha aggiunto il ministro.
Alla domanda su una possibile regia politica occulta dietro la presunta attività di dossieraggio su cui indagano i pm di Perugia il ministro ha risposto “è difficile dirlo, il confine tra iniziative individuali e programmate da altri è di difficile definizione”. “E’ una situazione estremamente grave – ha ribadito Nordio – Si spia la vita degli altri in un modo che è offensivo per un minimo di civiltà giuridica. Su questo andrà fatta luce sia dalla magistratura sia eventualmente anche in altri luoghi”.
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