Quale viaggio può essere più interessante e avventuroso di un viaggio con Corto Maltese, il mitico marinaio uscito dalla mano e dal talento del fumettista Hugo Pratt? Dal 4 novembre 2016 al 19 marzo 2017 la sua immagine elegante e sorniona ci sorriderà nella grande mostra che ne celebra i 50 anni dalla nascita, al Palazzo Pepoli di Bologna.
Saranno esposte più di 400 opere, tra le quali le 164 tavole che compongono la storia che dà la nascita al personaggio, quella di “Una ballata del mare salato”, in cui compare per la prima volta nel 1967 sul nº1 della rivista Sgt. Kirk, edita dalla Florenzo Ivaldi. L’incontro tra Pratt e Ivaldi fu uno di quegli incontri magici che producono eventi significativi. Entrambi ammiratori l’uno dell’altro misero al mondo un fumetto che immediatamente incontrò il favore del pubblico. Alla metà degli anni ’70 Pratt integrò al suo lavoro, insegnandogli tecniche e stile, il giovane Lele Vianello che da allora divenne il suo più stretto collaboratore.
Il successo di questo marinaio, avventuriero del XX secolo, è dovuto certo ai magnifici disegni ad acquerelli, pastelli, chine di Pratt, dove i nitidi tratti che distinguono a volte il protagonista possono ritagliarsi su paesaggi liquidi, onirici, di esotica bellezza ma anche pervasi da serpeggianti pericoli. Però il fascino del personaggio è potenziato dalle storie complesse in cui Corto si vede coinvolto, dai personaggi anche storici che incontra e soprattutto dalla psicologia di un uomo avvolto in un alone di affascinante ambiguità che lo allontana dagli eroi a tutto tondo di altri famosi protagonisti del fumetto.
La vita di Corto si svolge spesso sul filo dell’illegalità, a contatto con spietati criminali come Rasputin o Venexiana Stevenson. Lui stesso a volte si dedica alla pirateria, eppure il suo sguardo attraversa continenti e vicende umane, intreccia amicizie o si fa nemici, sempre con una superiore ironia, un distacco intelligente che non gli impedisce le emozioni, una profonda umanità contradditoria e forse per questo più vitale, più consona a interpretare i tempi della nostra complessa modernità.
Attraverso le varie avventure Pratt ci racconta la storia del suo personaggio, dissemina nel presente le vivaci memorie del passato, ci suggerisce le possibili ragioni del suo agire, senza esprimere mai giudizi. Pratt stesso ci dice che il nome di Corto Maltese, nato il 10 luglio del 1887 nell’isola di Malta, viene dall’argot andaluso;sua madre, la Niña di Gibraltar, modella del pittore Ingres, è una gitana di Siviglia, suo padre un marinaio inglese di Tintagel in Cornovaglia, nipote di una strega dell’isola di Man.
Già dalle sue origini Corto porta in sé un destino di vagabondaggio, diversità e trasgressione, una traccia forte di culture e lingue diverse che confluiscono sulla sua persona, la madre spagnola e il padre inglese. Passa la prima infanzia a Gibilterra, poi a Cordova, in seguito torna a La Valletta dove studia nella scuola ebraica approfondendo i testi dello Zohar e della Cabala. Il fascino esoterico di questi testi lo accompagnerà sempre e ovunque e in tutti i luoghi che visiterà nei suoi viaggi cercherà sempre il mistero e l’energia segreta del “genius loci”, non escludendo nessuna mitologia dalla sua eclettica formazione culturale.
Il disegno di Pratt sa evocare ogni atmosfera, rappresentare i numerosi itinerari del suo novello Ulisse; dal Mediterraneo all’Asia, dalla guerra dei Boxers del 1900, in cui Corto si trova coinvolto a soli 13 anni, alla Manciuria durante la guerra russo-giapponese del 1905, dall’Africa all’America Latina, e poi dall’Australia all’Europa, Pratt fa navigare il suo protagonista per grandi fiumi e mari, gli fa attraversare terre rigogliose o desolate, mostrandoci insieme all’evoluzione del suo personaggio le infinite variazioni della sua storia personale ma anche della Grande Storia in cui si trova coinvolto.
Con straordinari dettagli il disegno di Pratt ci rappresenta il mondo e i suoi abitanti in una iconografia che si arricchisce di volta in volta di immagini e personaggi indimenticabili. Perché la curiosità e l’interesse di Corto per le diverse realtà che abita sono totali e instancabili e ovunque vada vuole impadronirsi di quelle realtà assumendone anche se per poco usi e costumi, come quando sbarca al porto di Buenos Aires e subito vuole ballare il tango, cosciente com’è che quel ballo rappresenta l’anima della città.
Pratt mette sulla strada di Corto numerosi personaggi storici, dal succitato Rasputin, consigliere della zarina e poi disertore dell’esercito russo, a Joseph Conrad, da Jack London ai rapinatori di banche Butch Cassidy e Billy the Kid, da John Reed, il giornalista di “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”, reportage emozionante dell’esplosione della rivoluzione russa a James Joyce, da Gabriele D’Annunzio a Hermann Hesse, per citarne alcuni. La relazione di Corto con ognuno di loro non si colora mai di acritica ammirazione, meno che meno di sudditanza psicologica, anzi spesso è lui a aiutare questi personaggi ad ottenere ciò che vogliono, come ad esempio quando insegna a Joyce come cavarsela con le donne.
Perché lui, Corto, le donne le conosce, ne subisce il fascino e le affascina, non solo quelle di carta che lo circondano ma anche quelle di carne e sangue che lo leggono e lo inseguono per i mari che naviga. Ma su quelle acque turbolente o tranquille anche gli uomini ne subiscono il fascino, tentano improbabili identificazioni, viaggiano con lui proiettandogli addosso la propria sete di avventura.
Tutti i suoi lettori cercano comunque e trovano, leggendolo, la meravigliata e meravigliosa dimensione dell’ ”altrove”.