Il WWF, insieme a Lipu, ENPA, Italia Nostra, LAC e LAV, ha chiesto al Governatore della Regione Puglia Emiliano, al Presidente del Consiglio Renzi ed al Commissario all’Ambiente della Commissione Europea, di intervenire, ciascuno per le proprie competenze, affinché venga modificata la Legge regionale n. 28/2015 ‘Autorizzazione al prelievo in deroga dello sturnus vulgaris’ poichè contrasta con le norme nazionali ed europee sulla caccia, oltre che essere palesemente incostituzionale. Lo storno (sturnus vulgaris) è infatti una specie di uccello migratore protetta dalla Comunità europea e come tale ne è vietata la caccia.
Con la Legge della Regione Puglia n. 28/2015 viene concessa l’Autorizzazione al prelievo in deroga dello sturnus vulgaris ovvero la libertà di caccia nell’ambito dell’attuale stagione venatoria che termina il 31 gennaio 2016. Un regalo quindi della politica al mondo venatorio.
Per non incorrere nel procedimento di infrazione delle direttive comunitarie, la citata legge prevede che la Giunta regionale dichiari compatibile tale caccia sulla base di studi di monitoraggio sul fenomeno migratorio dello sturnus vulgaris. Per la realizzazione di tale monitoraggio viene stanziata la somma di 20 mila euro.
Gli studi ornitologici sulle migrazioni, però, per avere la caratteristica della serietà e della scientificità, osserva il WWF, richiedono invece monitoraggi pluriennali e sono basati su diversi metodi di campionamento ed osservazione, utilizzando anche strumenti tecnologici come i radar. Dovrebbero inoltre essere effettuati a livello europeo, poiché se in Italia un certo contingente migratorio può essere numeroso, quella stessa popolazione di volatili potrebbe essere preziosa per altre nazioni dove magari è carente. Sembra impossibile, evidenzia il WWF, fornire tutte queste risposte con uno studio di monitoraggio sul fenomeno migratorio dello storno che dovrebbe essere realizzato in pochissimo tempo per essere compatibile con gli obiettivi della Legge regionale n. 28 del 2 ottobre 2015.
La normativa nazionale e comunitaria sulla caccia prevede che le deroghe debbano essere giustificate da un’analisi puntuale dei presupposti e delle condizioni e debbano menzionare la valutazione sull’assenza di altre soluzioni soddisfacenti, le specie che ne formano oggetto, i mezzi, gli impianti e i metodi di prelievo autorizzati, le condizioni di rischio, le circostanze di tempo e di luogo del prelievo, il numero dei capi giornalmente e complessivamente prelevabili nel periodo, i controlli e le particolari forme di vigilanza cui il prelievo è soggetto e gli organi incaricati della stessa. Tutto ciò nella legge non è previsto.
‘Ancora una volta si cerca di autorizzare la caccia in deroga a specie protette senza la presenza di incontrovertibili dati scientifici – ha dichiarato Nicolò Carnimeo, delegato del WWF Puglia – Non è questa la strada da percorrere. Ad esempio, le risorse economiche previste dalla Legge regionale n. 28/2015 potrebbero meglio essere impiegate per accrescere le somme a disposizione per ristorare gli agricoltori da eventuali danni subiti. Chiediamo perciò che la legge venga rapidamente ritirata, anche per non incorrere in una procedura di infrazione a carico della regione Puglia per aver disatteso la normativa comunitaria, cosa che potrebbe portare a pesanti sanzioni economiche per la regione stessa’.