Migliaia di portatori stanno trasportando cibo e altro materiale mentre ripristinano i sentieri sulle alte montagne del Nepal, nel quadro del passaggio, del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), da una fase di emergenza ad una di ripresa di lungo periodo a seguito del terremoto del 25 aprile.
“Negli ultimi due mesi, abbiamo fornito cibo a quasi 2 milioni di persone in uno dei territori più difficili del mondo“, ha detto Richard Ragan, coordinatore dell’emergenza del WFP in Nepal.
“Abbiamo avviato la complicata transizione dall’emergenza alle prime fasi della ripresa – fornendo contante, impiego e opportunità di ricostruzione alle persone gravemente colpite dal disastro“, ha detto Ragan.
Il programma “Contante in cambio di lavoro“, nelle aree in cui i mercati sono accessibili, ha già consentito a 9.000 nuclei familiari di costruire ripari temporanei e di lavorare nei campi, rivitalizzando così i mercati locali.
Fino a 20.000 portatori, che avevano perso le loro attività di sussistenza a causa dell’interruzione improvvisa della stagione di trekking, ricevono reddito riparando percorsi di vitale importanza bloccati dal sisma e consegnando rifornimenti essenziali alle comunità isolate.
In partnership con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il WFP sta costruendo 50 ospedali temporanei nelle aree più remote, per permettere alle comunità di accedere a servizi sanitari di cui vi è grande necessità.
Ciononostante, alla vigilia dell’incontro internazionale della comunità dei donatori a Kathmandu, il WFP segnala il progressivo esaurimento dei propri fondi. L’operazione del WFP in Nepal è finanziata per il 38 per cento, e sono necessari 74 milioni di dollari per continuare a fornire assistenza fino alla fine dell’anno.
Il WFP, in veste di agenzia ONU leader nella logistica, deve inoltre continuare a fornire servizi di logistica e telecomunicazioni essenziali, incluso il mantenimento operativo di una flotta di camion per il trasporto di materiale di soccorso e di materiale da costruzione per conto dell’intera comunità umanitaria.
“Il mondo si è unito con grande generosità per fornire assistenza salva vita alla popolazione del Nepal”, ha detto Ragan. “Il lavoro duro, tuttavia, comincia ora. Vi è l’urgente necessità di costruire ripari temporanei dalle piogge monsoniche. Le forti precipitazioni rischiano di provocare altre frane su un terreno già provato da numerose scosse di assestamento. Al fine di mantenere ed ampliare un’operazione di tale entità e complessità logistica, è necessario un sostegno finanziario sostenuto“.
Finora, il WFP ha ricevuto contributi da (in ordine alfabetico): Australia, Canada, Danimarca, Fondo Centrale per la Risposta all’Emergenza ONU, Germania, Giappone, Liechtenstein, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Unione Europea e donatori privati.