[…]La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. […]
Enrico Berlinguer – Intervista a Eugenio Scalfari – la Repubblica – 28 Luglio1981
Dunque: 180 contro 187, no non stiamo dando i numeri è solo il risultato della votazione sulla responsabilità civile dei giudici approvata oggi con uno scarto di soli 7 voti in una sessione di votazione a scrutinio segreto.
Non ci dovrebbe essere nulla di strano nel fatto che il Parlamento approvi una legge, è il suo mestiere. In realtà le cose stanno un po’ in maniera diversa e – cosa stranissima – ora nessuno grida allo scandalo, nessuno parla di leggi ad personam e, soprattutto, nessuno si chiede dove sia finita la maggioranza governativa che pure non è proprio così risicata.
Ce lo chiede l’Europa, questo refrain è diventato fin troppo conosciuto alle nostre povere orecchie e ancora una volta ora ritorna perchè quella che è stata approvata oggi è una modifica in sede di ricezione di una normativa comunitaria; un emendamento leghista.
Sia chiaro Il testo è passato con “voti sparsi”. Il M5S, così come diversi deputati di Sel, si è astenuto sulla votazione il cui esito è stato salutato con un applauso dalla Lega. Chi abbia votato pro è facile con una semplicissima operazione di sottrazione basta sottrarre appunto al totale dei votanti quelli che palesemente hanno detto in qualche modo no e rimane lo schieramento becero e trasversale di coloro che si sono erti a paladini di una giustizia pro domo suo.
Diciamola tutta, per noi questo è un chiaro avvertimento sinistro e da codice, non certo etico, ma proprio da quelle accolite e agglomerati che un Parlamento serio dovrebbe combattere.
Si, un avvertimento contro quella magistratura che ha scoperchiato la pentola della mai attaccata e debellata corruzione politica e affaristica in questo Paese.
Più o meno: voi avete messo nel mirino Expò e Mose? E noi vi accendiamo un fuocherello sotto i piedi cari giudici, vediamo chi la dura.
Vi conviene rischiare posizione economica personale, lavoro, reddito, prestigio? Questo il messaggio!
La macchina del fango è sempre in moto e non si ferma mai e attacca chi fa il suo dovere non quelli che ingrassano sulle pelle della comunità.
Renzi parla di authority? Vuole Cantone come paladino della giustizia, come panacea a tutti i mali?
La domanda dovrebbe essere invece: caro Matteo, in Parlamento come la mettiamo?
Con quelli che siedono negli stessi scranni con coloro che oggi hanno palesemente votato per questo atto legislativo?
Si, ora si leveranno le solite voci di uomini di dottrina, soloni del diritto, unti della coscienza divina, che con le loro barbe, le loro pance, i loro occhiali, i loro capelli cotonati o le loro unghie laccate, ci terranno la solita lezione di garantismo ad libitum.
Invece l’unica dichiarazione del nostro Presidente del Consiglio è condensata nelle sue parole: “E’ una tempesta in un bicchiere d’acqua.Le reazioni che vedo sono esagerate”.
Che altro aggiungere? Altro che Maloox questa è “una bella secchiata di escrementi” e per madarla giù bisogna solo essere affetti da coprofagìa.