Il Parlamento Europeo non è quello italiano, certo, ma anche in quello di Strasburgo vige il ruolo governativo e quello d’opposizione. Cercare di leggere con le chiavi intellettive proprie della politica italiana quegli schieramenti non sempre da il risultato preconizzato, piuttosto si dovrebbe cercare di comprendere – sia territorialmente che politicamente – le formazioni europee. Semplice e semplicistico posizionare tutto adagiandolo sul cleveage fra Popolari e Socialisti, non è proprio così. Subito dopo i risultati delle urne, domenica scorsa, da più parti si è giustamente sottolineato che entravano in Parlamento gli “euroscettici”: i francofoni della Le Pen, gli anglofoni di Farage, gli italiani di Grillo.
Nulla quaestio, dunque, a destra e a sinistra. Tutto si fa davvero indecifrabile in quella terra di mezzo che vede, per ora, confluire forze estremamente eterogene – dall’estrema destra francese,al partito populista inglese, alla Lega e al M5S italiano.
Cosa hanno in comune queste formazioni politiche? Certo, sono tutte anti-euro; si definiscono tutte post-ideologiche e pragmatiche.
In realtà hanno poco in comune perchè, francamente, sono portatrici di ben poco e di quel poco di cui si fregiano c’è niente di cui andare fieri.Un fritto misto di populismo, razzismo,tesi economiche bislacche,violenza verbale e tematiche che parlano solo alla pancia delle persone. Eppure un riscontro elettorale dal popolo lo hanno avuto ed è indubitabile ma affidare alle loro istanze le idee di cambiamento delle istituzioni europee sarebbe quantomeno utopistico.
Il M5S che in Italia ha sempre, giustamente, rifiutato di accompagnarsi con alcuno degli esponenti del panorama politico dell’intero arco costituzionale ora non esita a tendere un orecchio alla razzista Le Pen e una mano all’altrettanto stupefacente populista inglese Farage.
Secondo Beppe Grillo la stampa italiana, ovviamente, mente su Farage che non sarebbe il personaggio sconclusionato e un po’borderline in senso politico e che ama trangugiare pinte e pinte di birra saltando da un pub all’altro proponendo un programma con il suo partito almeno stranito.
E allora leggiamo l’inglese Times: il programma economico dell’Ukip provocherebbe un buco da 120 miliardi di sterline. E ancora, l’Ukip chiede un aumento del 40% di fondi alla Difesa e vuole licenziare 2 milioni di lavoratori pubblici. Per non parlare delle tesi sulla non-accoglienza e chi più ne ha più ne metta. Ecco, sarebbe bello che Grillo spiegasse, non a noi sia chiaro, ai propri attivisti come giustifica un’accoppiata di tale risma, non sarebbe meglio continuare la strada da soli non vale meglio l’antico adagio: meglio soli che …
30 Maggio 2014
IN EUROPA MA CON CHI? SANTE, SANE E STRANE ALLEANZE
Scritto da Gianni Tortoriello
Tutto si fa davvero indecifrabile in quella terra di mezzo che vede, per ora, confluire forze estremamente eterogene - dall'estrema destra francese,al partito populista inglese, alla Lega e al M5S italiano. Cosa hanno in comune queste formazioni politiche?