Potresti aver sentito persone discutere sul fatto che il cambiamento climatico aiuterebbe o danneggerebbe i raccolti. Alcuni sostengono che avere più CO2 nell’atmosfera è positivo perché aumenta la crescita delle piante, mentre altri sostengono che temperature più elevate riducono la crescita. Entrambe le cose sono vere allo stesso tempo. Gli impatti combinati sulle rese variano molto a seconda del tipo di coltura e della posizione. Quando si considerano gli impatti netti del clima sulla produzione alimentare, dobbiamo considerare tre fattori chiave: concentrazioni più elevate di CO2, temperature più calde e cambiamenti nelle precipitazioni (che possono causare troppa o non abbastanza acqua). Diamo un’occhiata a ciascuno di questi effetti isolatamente.
Il primo impatto sul clima: la fertilizzazione con anidride carbonica
L’anidride carbonica aiuta le piante a crescere in due modi. In primo luogo, aumenta il tasso di fotosintesi. Le piante usano la luce solare per creare zuccheri dalla CO2 e dall’acqua. Quando c’è più CO2 nell’atmosfera, questo processo può essere più veloce. In secondo luogo, significa che le piante possono utilizzare l’acqua in modo più efficiente. Quando c’è più CO2 nell’atmosfera, i pori sulla superficie delle foglie che rilasciano acqua possono chiudersi leggermente, consentendo loro di assorbire la stessa quantità di CO2 perdendo meno acqua. Entrambi hanno un impatto positivo, la CO2 aiuta la crescita delle piante.
Il secondo impatto climatico: le temperature più calde
Le temperature più calde possono sia avvantaggiare che danneggiare i raccolti. Ci sono alcune ragioni per questo. Le temperature più calde possono aumentare la durata della potenziale stagione di crescita (a volte chiamata “stagione di crescita climatologica”). Le colture hanno una temperatura minima al di sotto della quale non possono essere coltivate. La “stagione di crescita” è, quindi, spesso definita come il numero di giorni durante l’anno in cui le temperature medie sono superiori a questa.
Ad esempio, per coltivare il grano invernale o primaverile sono necessarie temperature di 5°C o più. Alle alte latitudini, il riscaldamento aumenterà il numero di giorni durante l’anno in cui il grano può essere piantato, allungando la potenziale stagione di crescita. Allo stesso tempo, temperature più elevate significano che le colture maturano più velocemente, quindi il loro “periodo di crescita” individuale è più breve.
Il terzo impatto climatico sui raccolti: la disponibilità di acqua
Le piante hanno bisogno di acqua per crescere e, quindi, lottano contro lo stress idrico. Ma anche avere troppa acqua è un problema. Troppa poca acqua ostacola la fotosintesi e la pianta può persino morire; I terreni impregnati d’acqua, d’altra parte, riducono la quantità di ossigeno disponibile per le radici delle colture, riducendo la crescita delle piante.
Il cambiamento dei modelli delle precipitazioni significa che le colture potrebbero subire siccità più frequenti o intense o un eccesso di acqua. In che misura la disponibilità di acqua influisce sui raccolti? I dati nel grafico sottostante provengono da una meta-analisi di decine o centinaia di esperimenti su diverse colture. Ci dà un’indicazione dell’entità di questi impatti, ma questo può variare molto a seconda del tipo di coltura e del contesto locale.
Foto di Matthias Böckel da Pixabay