E’ l’agricoltura del Mezzogiorno a far segnare il maggior tasso di crescita nelle assunzioni nel 2015 con un aumento record del 11 per cento dei lavoratori dipendenti che sale addirittura al 31 per cento se si considerano le sole donne. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa ai dati Istat sul secondo trimestre dell’anno, resa nota in occasione della Giornata della divulgazioone del rapporto Svimez.
Tra gli occupati, dipendenti e indipendenti è boom anche tra i giovani sotto i 35 anni, con un incremento del 10 per cento che sale al 21 per cento se si considerano i soli giovani del Sud.
La dimostrazione del fatto che l’agricoltura ne mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea. Ma il rilancio del Sud passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Meridione, o meglio il Capitale inagito, come lo ha definito l’ultimo Rapporto Censis sulla situazione del Paese.
E’ per questo che Coldiretti ha presentato una serie di progetti che sta sviluppando insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia. Progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere, che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, di sostenibilità economica, ambientale e del lavoro, dove al produttore agricolo è assicurata la giusta remunerazione, così come al lavoratore, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore.
Partendo per ora dalle filiere dell’olio d’oliva, della carne bovina e suina, del grano duro, del tabacco si stanno costruendo accordi di filiera e di coimprenditorialità per riorganizzarle e renderle motore di sviluppo nel Sud Italia e di nuove opportunità per i tanti giovani del Sud che sono rimasti nei loro paesi, ma anche per coloro che sono stati costretti ad abbandonarli.
I progetti agiranno su tutti gli aspetti economici a disposizione dei territori e degli agricoltori, dalla fornitura di mezzi tecnici per la produzione e la gestione del rischio attraverso la riorganizzazione dei Consorzi Agrari, il supporto all’export agro-alimentare per mezzo di FAI international, un migliore accesso al credito con CreditAgri Italia, sino al recupero dei siti inquinati destinandoli a produzioni no food.