A San Giorgio a Cremano, nell’ambito del premio Massimo Troisi che si tiene a villa Bruno apre i battenti la mostra-incontro di otto artisti con un unico fil rouge: L’Italia fatta a pezzi
La mostra-incontro, che rientra nel programma delle attività culturali promosse dall’Amministrazione Comunale di San Giorgio a Cremano, vede la partecipazione di otto artisti. Essi intendono far fronte alla situazione di profondo stallo in cui versa il nostro paese sviluppando, conformemente alle loro rispettive poetiche, discorsi che si muovono tra presa di coscienza del presente e ricerca di una via d’uscita. Verso la prima delle due polarità appaiono maggiormente orientati Mary Cinque, nei cui dipinti il mito di Crono, che divora i suoi figli via via che la moglie Rea li partorisce, diviene metafora della nostra regione e dell’intero Meridione, Umberto Manzo, le cui immagini di tratti anatomici racchiuse in teche di ferro e vetro, essendo ulteriormente frammentate da strati di carte, sono leggibili anche in chiave psicologica, e Peppe Pappa, le cui stampe, contenendo riferimenti espliciti agli scandali sessuali, ma risalenti ancora al 2008, appaiono oggi in tutta la loro dimensione precorritrice. Alla seconda polarità dimostrano invece di riferirsi precipuamente Gloria Pastore, che insiste sulla necessità di ritrovare la verginità dello sguardo al fine di cogliere la dimensione molteplice del reale, e Rosaria Iazzetta, che propone un ritorno all’essenza prima delle cose, ad un’esistenza senza orpelli, ridotta alla sua assoluta nudità , come efficace antidoto contro la corruzione e per il raggiungimento di una felicità autentica, mentre Anna Maria Pugliese mira a sintetizzare critica del quotidiano (la mano che impedisce l’apertura del libro, e dunque nega la possibilità della cultura e dell’informazione) ed auspicio di trasformazione (il pannello con bocca ed orecchio, metafore del esprimersi e dell’ascoltare). In una posizione mediana tra i due atteggiamenti sembra collocarsi anche Laura Niola, la cui ricerca trova nel riferimento ad una cultura arcaica e popolare, con il suo portato di credenze e di superstizione, ma anche con la sua saggezza, un’autentica costante. Il calco dei sampietrini di Baldo Diodato riflette infine sul concetto di passaggio che accomuna ogni essere umano, anche se poi solo alcuni, come suggerisce il titolo (Oro per pochi), lasceranno effettivamente tracce durature. Â