C’è una parolina del nostro vocabolario che non piace a nessuno. Una parolina fatta di due lettere che non piace sentirsi dire e a talvolta neanche pronunciare. Parliamo della parola no. Intorno al no c’è tutto un mondo di emozioni e reazioni spiacevoli da provare ma, cosa che molti ignorano, anche una importante occasione di crescita. Per questo è importante imparare a dire no e ad accettarlo.
Imparare a dire no
Sentirsi dire no a una richiesta è indubbiamente sgradevole. Ci fa sentire non considerati, rifiutati e può seriamente minare la nostra autostima. Per alcune persone anche pronunciare il no risulta altrettanto sgradevole. Genera altro tipo di emozioni spiacevoli come il senso di colpa. Quando poi tra chi avanza una richiesta e chi la ascolta c’è un rapporto malsano fatto di manipolazione emotiva il no somiglia a una catastrofe. E’ chiaro che quando si verificano queste situazioni gli attori fraintendono quello che è il vero significato del no.
Cos’è il no
Il no non è un rifiuto né un ricatto. Il no è un limite. Un limite non rivolto alla persona ma a un comportamento. Lo spiegano bene gli autori di due bestseller nel settore della crescita personale: Asha Phillips e John Gray. Nel suo saggio “I no che aiutano a crescere” la Phillips incentra sul no tutto un metodo educativo che i genitori possono applicare nell’educazione dei propri figli. Un metodo che non si incentra su un sistema di rigide regole ma su una riflessione sulle situazioni che generano frustrazione nei genitori. “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” è un altro must della comunicazione di coppia. In uno dei suoi capitoli, John Gray consiglia di chiedere al partner cose per le quali si sa già che si avrà una risposta negativa. L’esercizio ha una duplice funzione: abituarsi a ricevere i no senza cedere alla frustrazione e lanciare al partner il segnale che al no non segue un litigio. Un ottimo modo per “disinnescare i conflitti” come si dice in gergo tecnico.
Perché è così difficile dire no
Se dire no è fondamentale per mantenere buone relazioni figuriamoci l’importanza di dirlo in relazioni che, al contrario, sono tossiche. Un bel no può servire a mettere un limite a richieste spropositate o ad atteggiamenti invadenti. Il no dà la misura all’altro di ciò che può chiederci e ciò che non può chiederci. Stabilisce la giusta distanza tra noi e l’altro. Perché è così difficile dirlo? Non certamente per la pressione esercitata dall’altro ma per nostra idea sbagliata del no di cui sopra, perché rispondiamo a un modello educativo ricevuto per il quale bisogna essere sempre a disposizione del prossimo. L’unica certezza è che i conflitti si possono risolvere solo in prima persona. Se una cosa non ci va solo noi possiamo dire no.