Un gruppo di ragazzi e ragazze, un campo da basket aperto al pubblico, tra le case del quartiere, una rete di artisti e operatori culturali: è quanto basta per cambiare il volto e la percezione di un quartiere simbolo di Milano agli occhi di chi ci vive e di chi lo vede per la prima volta. Dal 13 luglio il campo da basket di Piazza Tirana si colora di street art, animazioni digitali e installazioni per trasformare la narrazione visiva del Giambellino, quartiere emblematico della periferia sud-ovest di Milano. Il progetto “Immaginare Piazza Tirana” – a cura di BASE Milano e Bepart con il contributo e patrocinio del Comune di Milano e con la collaborazione di Codici Ricerca e Intervento, cooperativa sociale Comunità del Giambellino, Guerrilla Spam e Ideas-Bit Factory -, vincitore del Bando Quartieri 2019, ha coinvolto 40 ragazzi e ragazze fra i 14 e 20 anni nella trasformazione del proprio quartiere: un percorso di ricerca-azione tra esplorazioni urbane, laboratori artistici e interventi in strada. Un progetto partecipato che ora resta in eredità agli abitanti del quartiere e alla città di Milano, un nuovo luogo di aggregazione e punto di partenza di future progettualità culturali.
“Immaginare Piazza Tirana”: come si è svolto il progetto
La prima fase del progetto “Immaginare Piazza Tirana” ha visto i partecipanti coinvolti nel laboratorio di emersione FEEL.LIKE.HOME, co-progettato da Codici Ricerca e Intervento con la cooperativa sociale Comunità del Giambellino, durante il quale i ragazzi hanno esplorato il significato di “sentirsi a casa” e sul senso di appartenenza, percorrendo e studiando il territorio, riflettendo sul suo presente e sul futuro dei suoi spazi pubblici, raccogliendo testimonianze dei residenti.
Sulle riflessioni emerse in questa prima fase si è sviluppata la fase successiva, quella dei tre laboratori di immaginazione urbana, in cui i partecipanti hanno progettato il nuovo volto del campo da basket. Il laboratorio di street art, curato dal collettivo Guerrilla Spam, ha dato forma al “tappeto nomade”: il pavimento del campetto è stato illustrato e decorato con le vernici messe a disposizione gratuitamente da Colori Tassani, storico colorificio di Genova.
Un tappeto che parla di “casa fuori casa”, per questo nomade, su cui rispecchiarsi, immaginare, giocare a basket e che è anche in grado di animarsi. Durante il workshop a cura di Bepart, impresa sociale milanese specializzata in installazioni artistiche fisiche e digitali site specific, i partecipanti hanno creato delle animazioni in realtà aumentata. Inquadrando le immagini del tappeto nomade con la app Bepart questa metaforica casa senza pareti prende vita popolandosi di animazioni artistiche sorprendenti e immaginifiche, ispirate a temi quali accoglienza e aggregazione attraverso lo sport, di cui sono attori protagonisti gli stessi ragazzi che hanno partecipato al laboratorio.
A completare il nuovo volto di Piazza Tirana, un’installazione di arredo urbano di forte impatto visivo progettata e creata durante il laboratorio curato da Ideas-Bit Factory. I ragazzi si sono lasciati ispirare dal mondo della musica rap, dai video in cui il carcere è spesso presente, realizzando una griglia di circa 10×10 metri: una maxi finestra con delle sbarre, attorno alla quale sono state collocate delle sedute. Una finestra per guardare oltre, o per fuggire con la fantasia. Per realizzare il tutto i partecipanti al workshop hanno ritagliato un migliaio di fogli di cartone biodegradabile, che fanno da struttura di contenimento a blocchi di terra e semenze che, quando sbocceranno, andranno a ricoprire d’erba l’intera struttura. Il monumento all’immaginazione sarà lì per ricordare a tutti che anche in periferia è possibile respirare il profumo della “libertà incondizionata”.
L’inaugurazione è avvenuta nel pomeriggio di domenica 12 luglio, durante un momento di restituzione alla presenza dei ragazzi e ragazze che hanno preso parte ai laboratori e delle autorità comunali. Il Presidente del Municipio 6, Santo Minniti, ha dichiarato: “Spesso si dice che i giovani e le giovani non sono attivi e impegnati nel prendersi cura del proprio quartiere. Questo progetto dimostra invece che loro ci sono e che, quando vengono coinvolti, sanno raggiungere ottimi risultati. Oggi sono felice di vedere molti colori su questo spazio e altrettanti li vedo sui volti di questi ragazzi e ragazze: questa è la Milano di oggi e del futuro, più ricca di culture e di visioni“.