Il giudice ungherese ha respinto la richiesta di domiciliari presentata dai legali di Ilaria Salis. La maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l’11 febbraio 2023, è entrata nuovamente in aula in catene. Molti i video che mostrano le immagini della donna con ceppi ai piedi e catene ai polsi. Nuovamente, quindi, lo stato ungherese non permette il rispetto dei diritti dell’Uomo sanciti dall’ONU.
Ancora catene?
Partendo dal principio che nessuno ha mai chiesto l’impunità di Ilaria Salis, tutto quello che si chiede è il semplice ma fondamentale rispetto dei diritti dell’Uomo sanciti dall’ONU. Ci lasciano, ancora una volta, sconcertati i video nei quali la maestra di Monza viene portata in aula incatenata e legata. Per l’ennesima volta l’Ungheria non segue la direttiva n. 343 del 2016 dell’Unione europea che all’articolo 5 recita:
Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica.
Il paragrafo 1 non osta a che gli Stati membri applichino misure di coercizione fisica che si rivelino necessarie per ragioni legate al caso di specie, in relazione alla sicurezza o al fine di impedire che gli indagati o imputati fuggano o entrino in contatto con terzi.
Direttiva n. 343 del 2016 dell’Unione europea
Definire Ilaria Salis un pericolo per la sicurezza o in percolo di fuga è sbagliato sotto ogni punto di vista. La realtà dei fatti, quindi, resta la stessa: l’Ungheria non rispetta alcun obbligo europeo in questa materia (e non solo).
Ilaria Salis, le vicinanza (solo a parole) del Governo
Nessuna presenza di ambasciatori o rappresentanti del governo italiano in aula durante il processo alla 39enne di Monza. Le uniche parole erano arrivate prima della decisione dei giudici ungherese e pronunciate dal ministro vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a ‘Start’ Sky Tg24: “Mi auguro che Ilaria Salis possa essere assolta… oggi era in aula nuovamente in manette e catene, certamente non è un bel modo dato che non c’è pericolo di fuga, ma esiterei a politicizzare. A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa di che partito è. Come ministro, mi auguro che siano rispettate le regole durante la detenzione. Ma lo scontro politico non favorisce la signora Salis“.
Opposizioni a Budapest
Diversi sono stati gli esponenti politici italiani che si sono recati a Budapest per seguire l’udienza. Presente per dare il suo sostegno alla maestra di Monza anche Ilaria Cucchi che ha esternato tutta la sua delusione per la decisione della giustizia ungherese:
Anche le democratiche Laura Boldrini e Sandra Zampa presenti nella capitale ungherese in rappresentanza dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. “Anche questa volta Ilaria Salis è entrata in aula con le manette ai polsi, catene alle caviglie e al guinzaglio, come a gennaio. Vergognoso“, dichiara da Budapest la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari.
A Budapest anche il capogruppo di Italia viva in Commissione Giustizia e responsabile Esteri di Italia Viva Ivan Scalfarotto: “I legali lamentano condizioni di detenzione drammatiche, insostenibili anche dal punto di vista igienico-sanitario“. “Privare una persona delle condizioni minime di dignità e di salute è inaccettabile in un Paese dell’Ue: un’unione che non si fonda sulla percezione dei fondi come evidentemente pensa Viktor Orban ma è fondata sul rispetto dei principi democratici e sui diritti inviolabili della persona. Bisognerebbe tagliare i fondi europei a Budapest fino al ripristino delle condizioni minime per definire quel paese una democrazia liberale”.
Immagine fornita da: Adnkronos