“Terra crudele” la definì Petrarca nel V libro delle Epistulae Familiares. A Napoli e ai suoi mille volti, bellissimi e terribili, sarà dedicato, dal 19 al 21 aprile, il convegno internazionale Il Viaggio a Napoli tra letteratura e arti. Un appuntamento scientifico promosso dall’Università degli Studi di Napoli Federico II in sinergia con l’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti, la Società Napoletana di Storia Patria, le Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano
Nella cornice di Castelnuovo, presso la Società Napoletana di Storia Patria ‒ pronta come sempre ad accogliere manifestazioni di rilievo aperte alla città ‒ giovedì 19 alle ore 9.00 avranno inizio i lavori con il saluto del Rettore della Federico II, Massimo Marrelli, del Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali, Mario Rusciano, del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Arturo De Vivo, della Presidentessa della Società Napoletana di Storia Patria, Renata De Lorenzo, del Presidente dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti, Antonio V. Nazzaro, e del Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna della Federico II, Pasquale Sabbatino.  Il convegno proseguirà poi venerdì 20 e sabato 21, sempre a partire dalle 9.00, a Palazzo Zevallos Stigliano, articolato in otto complessive sessioni, mattutine e, con l’eccezione del 21, anche pomeridiane (dalle 14.00 il 19, dalle 14.30 il 20). “La mission” ‒ dichiara il chairman Pasquale Sabbatino ‒ “è quella di ricostruire il catalogo storico-critico delle immagini della città attraverso il prezioso contributo della letteratura di viaggio, che incrocia numerosi e diversi ambiti disciplinari, dalle arti alla fotografia al cinema”.  “Si va dalla Napoli gentile del Trecento e del Quattrocento alla Napoli metropoli del tardo Rinascimento e del Seicento, dalla meta ambita del Grand Tour nel Settecento e Ottocento pre-unitario alla denuncia e all’oblio dei viaggiatori nel secondo Ottocento e Novecento” ‒ spiega ancora Sabbatino, che coordina l’intero progetto di ricerca cofinanziato dal Polo delle Scienze Umane e Sociali della Federico II e dalla Compagnia di SanPaolo, nell’ambito del programma pluriennale F.A.R.O. (Finanziamenti per l’Avvio di Ricerche Originali). Coerentemente con l’approccio multidisciplinare adottato, il parterre dei relatori si presenta particolarmente ricco, con una folta pattuglia di italianisti (Acocella, Addesso, Botti, Caputo, Ciccuto, Corrado, De Caprio, De Liso, Esposito, Furlan, Giorgio, Iermano, Martelli, Mauriello, Mazzucchi, Montuori, Muscariello, Olivieri, Palumbo, Sabbatino, Saccone, Scianatico, Scognamiglio, Scorrano, Vecce), e con linguisti (Bianchi, De Blasi), anglisti (Cavaliere, Concolato, Manferlotti), studiosi di cinema (Iaccio, Rotondi), storici dell’architettura (Di Mauro, Divenuto, Visone) e dell’arte (Valente), il francesista Merlino e la geografa Delle Donne. Rappresentazioni e percezioni di Napoli tra il XIV e il XVII secolo saranno al vaglio degli studiosi nelle sessioni della prima giornata, introdotte da Nicola De Blasi e Francesco Montuori. Uno sguardo particolare sarà rivolto alla Napoli impressa negli occhi e nell’animo dei poeti. Da Cino da Pistoia ‒ autore della canzone-invettiva antinapoletana Deh, quando rivedrò ‘l dolce paese, analizzata da Massimiliano Corrado ‒ al Petrarca delle Epistulae Familiares del V libro che, come avrà modo di sottolineare Francesco Paolo Botti, coglie una Napoli delle tenebre e degli orrori; fino al Sannazaro e al suo complesso rapporto con Napoli, trasfigurato poeticamente nell’Arcadia, che costituirà l’abbrivio della relazione di Sabbatino, volta a ricostruire le trasformazioni della città fino al 1692, anno della Guida per i “forastieri” del Celano. Un ruolo di primo piano sarà riservato anche alle vicende di pittori che s’intrecciano al destino di Napoli. Il viaggio dei pittori del Meridione e degli stranieri nella città partenopea è infatti l’argomento su cui verterà il contributo di Isabella Valente mentre Marcello Ciccuto ripercorrerà le nuove strade battute dal pittore Jacob van Schwanenburgh, maestro di Rembrandt, nella sua parentesi napoletana, che lo porteranno addirittura al cospetto dell’Inquisizione. L’arco cronologico entro cui si dispiegherà il dibattito critico della seconda giornata, invece, dal Seicento si spinge fino al tardo Ottocento. Partendo dalla paradigmatica data dell’eruzione del Vesuvio del 1631, Giuseppina Scognamiglio scandaglierà la dialettica internazionale del viaggio alla volta del vulcano, divenuto nel XVII secolo oggetto di uno straordinario interesse. Il Settecento, che a Napoli e nel Meridione registra la presenza di intellettuali quali Johann Heinrich Bartels, Alberto Fortis e Sade, sarà il secolo attraversato rispettivamente dagli interventi di Sebastiano Martelli, Giovanna Scianatico e Giuseppe Merlino, nonché da Massimo Visone, autore di una disamina sul Real Passeggio di Chiaia fino al Decennio Francese. Nell’Ottocento giungono a Napoli Shelley (1818) e Dickens (1845): due sguardi molto diversi che si posano sulla città , ricostruiti da Stefano Manferlotti. La Napoli pre-unitaria desta interesse anche per la sua particolare connotazione linguistica che sarà passata al vaglio da Patricia Bianchi; mentre al rapporto tra la Napoli garibaldina e Ippolito Nievo sarà dedicato l’intervento di Ugo Olivieri. A completare il quadro della città ottocentesca nella seconda giornata del convegno, sarà Francesco Divenuto con l’analisi dell’attività di ‘reporter’ ante litteram dell’architetto Francesco Alvino. L’ultima tranche di lavori comporrà un mosaico di rappresentazioni della città novecentesca e contemporanea. Quelle, cioè, di Ungaretti, Piovene, Bernari, Turturro ricostruite rispettivamente da Antonio Saccone, Luigi Scorrano, Silvia Acocella, Matteo Palumbo, insieme alla città interiorizzata da Alvaro e Comisso che rivivrà nell’intervento di Rossana Esposito, e a quella osservata da Sartre, proposta da Domenico Giorgio in un raffronto con la problematica esperienza napoletana di Wilde. Ma ci sarà spazio anche per la città sorprendente del romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele riletto da Maria Muscariello, e per lo stereotipo da cartolina che emerge dal best-seller Eat, pray, love di Elisabeth Gilbert sviscerato da Flavia Cavaliere. Di particolare interesse poi le rappresentazioni della città dei primi documentari del cinema muto, tracciate da Pasquale Iaccio, e la declinazione cinematografica del tema del viaggio a Napoli a cura di Armando Rotondi. A Pasquale Sabbatino, Toni Iermano e Leonardo Di Mauro saranno affidate le conclusioni di questa passeggiata nei secoli volta a decifrare la complessità di quello straordinario tessuto storico, artistico e umano che si dispiega all’ombra del Vesuvio.