Voluto dall’amministrazione comunale di Futani, finanziato dalla Regione Campania a valere sulle risorse del Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2020 “Eventi per la promozione turistica e la valorizzazione dei territori”, il Menevavo Festival è una kermesse che, partita a settembre, proseguirà fino alla primavera portando nel comune di Futani arte, cultura e intrattenimento, fra eventi e attività che coinvolgono il pubblico come laboratori d’arte e escursioni.
Fiore all’occhiello dei nuovi appuntamenti sarà la mostra personale di Gianluca Carbone dal titolo “Il viaggiatore”.
Artista che spazia dalla pittura alla scultura, dalla decorazione alla scenotecnica, Gianluca Carbone vanta un ricco curriculum fra esposizioni personali e collettive.
«Pittore, scultore e scenografo napoletano classe 1976, nel corso degli anni si rende protagonista di numerose mostre nazionali ed internazionali e di numerose istallazioni e lavori scenografici per importanti produzioni teatrali. Il lavoro dell’artista è caratterizzato dall’assemblaggio di materiali di diversa natura e potenzialità espressiva. L’impiego di tecniche e materiali tradizionali dell’arte come la pittura ad olio e la cartapesta si unisce all’utilizzo di materiali contemporanei come resine e schiume poliuretaniche oltre a varie tipologie di plastiche» ha dichiarato Mario Meninno.
Presentata a Futani, fino al 6 gennaio presso la sala comunale di via Dante, “Il viaggiatore” è emblematica, già dal titolo, rispetto a quello che è il fil rouge del festival, che è proprio quello del viaggio-emigrazione, per sensibilizzare il pubblico verso una tematica che tanto ha toccato i nostri antenati, costretti a lasciare il Cilento e l’Italia per questioni di lavoro, e tanto è presente oggi, con i flussi migratori verso lo Stivale (e non solo).
«Nel percorso storico, sociale, culturale del festival una mostra di arte contemporanea mira ad arricchire ed unire le varie sfaccettature del dibattito a proposito del viaggio, destinato ad accompagnare l’essere umano lungo l’intero corso della sua esistenza. Un linguaggio, quello dell’arte contemporanea, sentito oggi ancora come inguaribilmente criptico e non funzionale al dibattito estetico, sociale, politico. Il relazionarsi a questo mondo può rappresentare un’occasione di accrescimento per quelle comunità che oggi riteniamo periferiche ma che, grazie alle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione e alla relativa stretta connessione tra locale e globale, possono tornare ad essere centrali nella “creazione di senso” nella società attuale. La molteplicità e la non-convenzionalità di materiali utilizzati nell’arte di oggi e la pluralità degli spazi dove esporre e creare arte possono e devono essere un volano per ripensare l’ambiente domestico e urbano in cui si vive e guardare finalmente l’altro, il diverso, come un’occasione di accrescimento della persona e della comunità» ha dichiarato Mario Meninno.