I Campionati del Mondo stanno per arrivare. Il 12 giugno si disputerà la prima partita della manifestazione, Brasile-Croazia. Il 15 notte molti italiani saranno incollati alla televisione per vedere l’esordio della nazionale italiana contro l’Inghilterra di Roy Hodgson. Probabilmente senza frittatona di cipolle, birra e rutto libero, dato che il match sarà trasmesso a mezzanotte. Nel Bel Paese, però, sono già tutti pronti a disquisire sul valore sportivo e sociale e sulle future prestazioni della squadra allenata da Cesare Prandelli.
Ecco un breve vademecum dei tifosi (e non) della nazionale italiana.
Il (non) tifoso-critico degli altri italiani
Non tifa l’Italia perché la nazionale, a sua detta, rappresenta una nazione di allocchi che sono stati abbindolati da un giovane che ha promesso loro 80 euro. E farà sempre schifo, perché è sempre stato così.
“È una vergogna, siamo un paese allo sfascio, gli italiani fanno schifo e non tiferò per la squadra che rappresenta la mia nazione! Piuttosto supporterò l’Uzbekistan!“.
Il (non) tifoso-critico sociale
È quello che non guarda il calcio perché è solamente uno sport per le masse e preferisce non unirsi a dei “caproni massificati” che esultano per una partita.
“Ma com’è possibile tifare per 11 milionari che corrono appresso a un pallone? Vengono pagati troppo! In Brasile c’è crisi, grossa crisi – cit. – , e io non supporterò tale manifestazione! Piuttosto andrò a mangiare una pizza!“
Il (non) tifoso-critico del suo Paese
Non supporta gli azzurri perché l’Unità d’Italia, fatta solo 150 anni fa, è stata una vergogna e la sua nazione non merita il suo tifo.
“L’Italia unita non esiste!“, “Sono neo-borbonico!“, “Tiferò per l’Argentina perché c’è il Pipita e me l’ha detto Diego!“, “Tiferò per la Francia perché l’allenatore ha giocato nella Juve!“, “Tiferò per la Spagna perché ho fatto l’erasmus a Barcellona!“, “Sicuramente non tiferò Italia ma sono simpatizzante del Ghana perché il nipote del fratello della moglie di mio cugino è Ghanese!”.
Il tifoso critico nei confronti del Ct
Il suo Ct potrà pure convocare 5 campioni 7 volte pallone d’oro ma lui non è mai d’accordo. E se non gli va a genio, non tiferà la Nazionale. E ogni convocazione, per lui, ha un valore “politico”.
“Che schifo di squadra!“; “Prandelli, sei un incapace!“; “Ma come si fa a convocare la difesa Campione d’Italia?!?!“; “Lo convoca sicuramente perché è del Milan!“; “Il codice etico fa ridere. Prandelli, dimettiti!“.
Il tifoso critico delle amichevoli
Il Mondiale non è ancora iniziato, il custode non ha ancora le chiavi dello stadio, la fase è di preparazione e l’Italia gioca male in un’amichevole. E lui criticherà sempre la sua nazionale, magari dimenticando che nelle amichevoli gli Azzurri hanno sempre fatto brutte figure.
“Se la situazione è cosi…beh, è meglio che si torna a casa!“; “Se questi sono i giocatori, come faremo con Spagna e Brasile?“; “Ma ci rendiamo conto dello schifo?“.
Il tifoso con memoria corta
Prima della manifestazione odia Prandelli, critica la squadra, sputa sulle figurine Panini e infama tutti. Se l’Italia arriva sul tetto del mondo è lì in piazza, circondato da caroselli, a festeggiare la vittoria della sua nazionale. Perché ora è anche SUA.
“Po po po po po po po!“. E parte Seven Nation Army.
E’ vero, come disse Winston Churchill, che “gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio. Ed è vero anche che in Italia “siamo tutti allenatori”. Ma “voi perdeste il senso e la misura”!