Una visita inusuale, diversa dalla visita guidata tradizionale, accompagna il visitatore nelle vicende personali di uomini illustri che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, nella letteratura, nella scienza e nell’arte.
La storia non è un elenco di nozioni. E’ la prima cosa che ci viene detta da Alessandro Rubinetti appena cominciamo il nostro tour alla scoperta dei monumenti funerari più belli e particolari di questo cimitero. Sono gli uomini che fanno la storia; in qualsiasi ambito delle scibile umano non si può prescindere dalle loro vicende personali per capire il contributo che hanno lasciato al mondo. Dietro un’opera d’arte, dietro un’invenzione, dietro una fede c’è un uomo che con le sue paure, passioni, desideri, dolori e amori ha ispirato il quadro che guardiamo, la scultura che ammiriamo, la storia che leggiamo, la poesia che recitiamo.
L’intento di Alessandro Rubinetti è proprio questo, raccontare gli uomini, i loro sentimenti, i loro sogni e le loro sventure. Siamo nel regno dei romantici, dei sognatori che hanno fatto la storia. Alessandro ci tiene a sottolineare che i romantici non erano persone sdolcinate, banali ma dei grandi sognatori che hanno evoluto la civiltà, perché il progresso di cui godiamo oggi è avvenuto proprio grazie al contributo dei sognatori, di sognatori come quelli sepolti qui.
Ci guardiamo attorno e ci rendiamo conto che questo è un cimitero atipico, un luogo che non ci mette ansia, frustrazione per una vita che prima o poi ci verrà tolta. E’ un luogo di pace e serenità, dove il verde attorno ci accoglie e non ci soffoca, dove gli alberi secolari ci testimoniano un legame stretto con il passato che è ancora presente.
Arriviamo alla tomba di Keats e qui Alessandro ci recita la storia del giovane poeta, ci legge un passo significativo dell’Adonais di Shelley e ci racconta dell’amore tra Keats e Fanny che tanto scandalizzò la società vittoriana del tempo. Ci parla anche dell’amico fedele Severn che successivamente diventò console inglese a Roma e sulla tomba del quale si possono notare le firme degli artisti (anche preraffaelliti) che fecero la colletta per la sua tomba.
Il viaggio continua con Alessandro che ci racconta la storia d’amore dei coniugi Shelley davanti alla loro tomba, che ci mostra le tombe colpite dai proiettili nazisti durante la seconda guerra mondiale e che ci delizia con aneddoti sulla peculiarità di questo cimitero.
Poiché è fatto assoluto divieto interagire con la guida (!), abbiamo giocato di anticipo e scambiato qualche battuta con Alessandro prima di assistere al suo tour:
Teatro Reale è il nome della tua compagnia e l’idea che ne sta alla base è davvero suggestiva. Ce la puoi raccontare brevemente? Sì, ha un doppio significato. Reale, perché realistico. Quando reciti dei personaggi nei luoghi dove hanno vissuto e scritto la storia non è più solo teatro, ma una via di mezzo tra teatro e cinema, dove lo spettatore è all’interno senza più nemmeno la quarta parete. Ma raccontando luogo, il genius loci, e persona che l’ha vissuta, l’emozione non è doppia ma esponenziale. Luogo e uomo. Come “Le memorie di Adriano” di Albertazzi interpretate a Villa Adriana … un teatro superiore, un Teatro Reale.
La visita al Cimitero Acattolico inizia proprio dalla tomba di Keats perché il poeta è sepolto nella parte più antica del Cimitero. Qual è l’aspetto della sua vita su cui vi soffermate? L’aspetto più determinante è raccontare il suo carattere. Una figura così esile che esplode in un incendio di poetica travolgente … è questo contrasto che conquisterà tutti i romantici a cominciare da Oscar Wilde che lo riscoprì dopo tanti anni dalla sua morte.
Come si approccia il visitatore a questo tipo di visita? E’ incuriosito oppure prevale un senso di disagio per la novità? Ricordiamoci che diversamente dalle visite guidate tradizionali qui non si possono fare domande alla guida!Questo dipende solo da me, eh eh eh. Solo se riesco a catturare la sua attenzione con la mia narrazione il gioco funziona e finiamo con un abbraccio finale di gruppo a fine percorso, dopo un percorso emozionale particolarmente intenso. Ogni volta a fine giro mi confidano quanto quel posto risulti più vivo del mondo esterno.
Qual è il pubblico che vi segue maggiormente? Adulti, scolaresche o turisti? I miei percorsi sono rivolti soprattutto agli adulti. Dai 30 ai 60 anni in genere. Lo facciamo anche con le scuole ed è divertente vedere i ragazzi sorpresi quando scoprono che la maggior parte di quei personaggi lì presenti, gli stessi studiati sui libri di scuola, erano dei tipi alquanto sopra le righe. Finalmente in quel luogo riescono a scoprire la loro parte umana. E comprendere così la loro espressività poetica.
Il nostro viaggio alla riscoperta di Keats si ferma per una breve digressione sui piccoli guardiani di queste tombe che sono diventati un’istituzione, tutelata e assistita.