Un talento audace, in parte ancora avvolto nel mistero: Michaelina Wautier, pittrice belga del Seicento, dal 1 giugno sarà protagonista ad Anversa di una retrospettiva a lei interamente dedicata per la prima volta. Un’anteprima mondiale, frutto della collaborazione tra la Rubenshuis e il MAS – Museum aan de Stroom di Anversa, evento tra i più attesi nell’ambito del festival “Anversa Barocca 2018. Rubens inspires”.
Se da un lato risultano scarse le informazioni sulla sua vita privata – sappiamo che nel 1640, a 23 anni, si stabilisce a Bruxelles insieme al fratello maggiore Charles (1609-1703), anch’egli pittore, con il quale lavora e vive da nubile fino alla morte – ben più chiara è la sua peculiarità come pittrice. In un’epoca in cui le donne erano poco presenti nella scena pittorica, il valore di Michaelina va ricercato in primo luogo nella sua audacia e versatilità: al contrario delle artiste a lei contemporanee, la pittrice domina alla perfezione tutti i generi dell’epoca, spaziando dai temi religiosi a quelli mitologici, dai soggetti storici di grande formato ai ritratti di personaggi illustri, a dimostrazione che le commissioni non le mancavano e che godeva di una certa fama.
A fare luce sulla pittrice, dopo quasi tre secoli di oblio, sono stati gli studi condotti daKatlijne Van der Stighelen, docente del Dipartimento di Archeologia e Scienze dell’arte alla Katholieke Universiteit di Lovanio e oggi curatrice della mostra. Il suo lavoro inizia 25 anni fa, quando si imbatte al Kunsthistorisches Museum di Vienna nel monumentale “Trionfo di Bacco” (1655, olio su tela, 295 x 378 cm): un lavoro di grande formato in cui l’artista, travestita da baccante seminuda, si unisce ad una processione di satiri e baccanti ebbri. Lei è l’unica del seguito a guardare con sicurezza l’osservatore negli occhi.
Michaelina osa, sfidando ogni immaginazione storico-artistica. “Michaelina Wautier è stata in grado di realizzare un’opera in cui compaiono numerosi nudi maschili, dimostrando di conoscere perfettamente l’anatomia del genere”, spiega Katlijne Van der Stighelen. “Una particolarità che risulta ancora più interessante se consideriamo che nel XVII secolo alle donne era preclusa la partecipazione ad accademie in cui studiare modelli di nudo e che Michaelina non si sposò mai, né frequentò alcun uomo all’infuori del fratello”.
Oltre al Trionfo di Bacco, in mostra al MAS saranno presenti la maggior parte delle circa 30 opere che le sono state attribuite, tra cui “Ritratto di un giovane uomo” (1653) dal KMSKA di Anversa e il “Matrimonio mistico di Santa Caterina” (1649) da Namur.
Un talento audace, in parte ancora avvolto nel mistero: Michaelina Wautier, pittrice belga del Seicento, dal 1 giugno sarà protagonista ad Anversa di una retrospettiva a lei interamente dedicata per la prima volta. Un’anteprima mondiale, frutto della collaborazione tra la Rubenshuis e il MAS – Museum aan de Stroom di Anversa, evento tra i più attesi nell’ambito del festival “Anversa Barocca 2018. Rubens inspires”.
Se da un lato risultano scarse le informazioni sulla sua vita privata – sappiamo che nel 1640, a 23 anni, si stabilisce a Bruxelles insieme al fratello maggiore Charles (1609-1703), anch’egli pittore, con il quale lavora e vive da nubile fino alla morte – ben più chiara è la sua peculiarità come pittrice. In un’epoca in cui le donne erano poco presenti nella scena pittorica, il valore di Michaelina va ricercato in primo luogo nella sua audacia e versatilità: al contrario delle artiste a lei contemporanee, la pittrice domina alla perfezione tutti i generi dell’epoca, spaziando dai temi religiosi a quelli mitologici, dai soggetti storici di grande formato ai ritratti di personaggi illustri, a dimostrazione che le commissioni non le mancavano e che godeva di una certa fama.
A fare luce sulla pittrice, dopo quasi tre secoli di oblio, sono stati gli studi condotti daKatlijne Van der Stighelen, docente del Dipartimento di Archeologia e Scienze dell’arte alla Katholieke Universiteit di Lovanio e oggi curatrice della mostra. Il suo lavoro inizia 25 anni fa, quando si imbatte al Kunsthistorisches Museum di Vienna nel monumentale “Trionfo di Bacco” (1655, olio su tela, 295 x 378 cm): un lavoro di grande formato in cui l’artista, travestita da baccante seminuda, si unisce ad una processione di satiri e baccanti ebbri. Lei è l’unica del seguito a guardare con sicurezza l’osservatore negli occhi.
Michaelina osa, sfidando ogni immaginazione storico-artistica. “Michaelina Wautier è stata in grado di realizzare un’opera in cui compaiono numerosi nudi maschili, dimostrando di conoscere perfettamente l’anatomia del genere”, spiega Katlijne Van der Stighelen. “Una particolarità che risulta ancora più interessante se consideriamo che nel XVII secolo alle donne era preclusa la partecipazione ad accademie in cui studiare modelli di nudo e che Michaelina non si sposò mai, né frequentò alcun uomo all’infuori del fratello”.
Oltre al Trionfo di Bacco, in mostra al MAS saranno presenti la maggior parte delle circa 30 opere che le sono state attribuite, tra cui “Ritratto di un giovane uomo” (1653) dal KMSKA di Anversa e il “Matrimonio mistico di Santa Caterina” (1649) da Namur.