Gli ultimi dati raccolti dall’osservatorio NASA Chandra potrebbero svelare i meccanismi di formazione del campo magnetico del Sole e di altre stelle simili.
Lo studio si basa sull’osservazione di 4 stelle rosse nane di età avanzata con masse pari a meno della metà di quella del Sole che emettono raggi X in quantità minori del previsto.
La teoria più accreditata finora suggeriva che il campo magnetico delle giovani stelle di tutte le dimensioni si indebolisse nel corso del tempo dato che questi astri sono caratterizzati da un alto livello di emissioni di raggi X e da un potente campo magnetico.
Si tratta di una proprietà comune tra le stelle simili al Sole ma ciò che ha stupito gli scienziati è la sua evidenza nelle stelle di massa più piccola, dotate di una struttura interna molto differente.
Sia la rotazione di una stella sia il flusso dei gas al suo interno giocano un ruolo fondamentale nella produzione del campo magnetico. Un altro fattore di primaria importanza nella generazione del campo magnetico è la convezione che provvede alla distribuzione del calore dall’interno alla superficie della stella in un percorso circolare che porta i gas caldi verso l’alto e quelli freddi verso il basso.
Per quanto riguarda le stelle di dimensioni inferiori al Sole, sappiamo che la convezione si verifica all’interno del nucleo. Ciò significa che i confini tra le aree con o senza convezione, ritenute essenziali per la creazione del campo magnetico nel Sole, non esistono. Una scuola di pensiero vede il campo magnetico generato per lo più dalla convezione e dato che quest’ultima non varia quando la stella invecchia, allo stesso modo il campo magnetico non si indebolisce nel corso del tempo.
I ricercatori confidano che lo studio basato sulle informazioni fornite da Chandra, possa essere utile alla validazione di questa teoria.