Agli Stati Generali dell’Autore, indetti per effettuare una riflessione sul sistema dell’industria dell’audiovisivo nazionale, presso il Centro Congressi del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, sono intervenuti, accanto ad autori e rappresentanti di associazioni di categoria, interlocutori di primo impegno e alto livello in fatto di proprietà intellettuale e di esperienza diretta di gestione del sistema televisivo.
La Federazione Unitaria Italiana Scrittori, unitamente al Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, alla Link Università e all’Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell’Informazione, hanno voluto che questa iniziativa si svolgesse subito dopo la conclusione degli incontri – ben sette – promossi dal Dipartimento diretto dal prof. Mario Morcellini e dedicati in particolare ad un’ipotesi di riforma della RAI, grazie a cui sono state redatte e presentate dallo stesso prof. Morcellini le “Linee guida” (vd. sul sito della FUIS: www.fuis.it).
Sulla suggestione del testo redatto da Angelo Guglielmi e Stefano Balassone (dal titolo “Per una riforma dell’industria dell’audiovisivo in Italia”), e sulla base delle tutele operanti in Italia per gli Scrittori/Autori letterari, di cinema e radiotelevisione (secondo i tre documenti forniti in cartella), si sono succeduti, dopo l’apertura dei lavori di Natale Antonio Rossi, gli interventi dei relatori, alcuni dei quali a livello di lectio magistralis (Luigi Angeletti, Giorgio Assumma, Mihaela Gavrila, Francesco Mercadante, Manlio Mallia, Roberto Zaccaria), che hanno posto al centro delle loro riflessioni la figura dell’Autore quale motore primo nella filiera della produzione dell’opera artistica e quindi anche dell’opera cinematografica e televisiva. Anche gli interventi degli Autori o dei rappresentanti delle associazioni di categoria (tra cui Enrico Caria, ANAC, Gianni Bisiach, Axel Fiacco, Claudio Gentile, Luca Scivoletto, 100autori, Simone Di Conza, Pier Luigi Frassineti, Iole Masucci) hanno evidenziato come il mondo dell’audiovisivo insista e faccia parte del più ampio settore dell’economia della conoscenza, comparto in grande espansione anche in fatto di creazione di nuovi linguaggi e nuovi lavori (Giovanni Prattichizzo).
Le determinazioni finali degli Stati Generali dell’Autore sono state:
– uno scatto di civiltà:
Di fronte ai tanti temi ed elementi che insistono sul sistema dell’audiovisivo italiano, quali le frequenze, le reti, le interconnessioni telematiche e telefoniche, le inefficacie e le scadenze dei contratto collettivi, si richiede di procedere attuando “uno scatto di civiltà” mediante una riforma che riguardi tutto il settore (non solo RAI) e che si basi su
– A. una regolarizzazione della contrattazione, soprattutto per il fatto che la maggior parte delle industrie e dei “servizi” si basano su un “capitale culturale” che è anche capitale umano perché costituito da Scrittori, da Autori, da Artisti, da tecnici;
– B. che ci si avvalga di un’alta intensità di lavoro – assai qualificato – e non di solo capitale finanziario. A tale proposito si sottolinea che le qualità intrinseche di tale modo di fare il prodotto audiovisivo, di fare espressione artistica, con peculiarità proprie dei prodotti a diffusione universale, fanno sì che questi ultimi non siano facilmente delocalizzabili, stante la loro peculiare realizzazione culturale italiana.
In merito, tale attività, umana, culturale e industriale che si fonda sulla ricerca artistica ha un solo settore di confronto che è quello della ricerca scientifica.
– una società pubblica:
La creazione di una società con il 51% di capitale pubblico e il restante 49% a disposizione dell’industria, non solo audiovisiva. Tale società dovrebbe comprendere l’ampio comparto dell’economia della conoscenza che va sotto il nome di sistema audiovisivo italiano e che includa le frequenze, le reti, le interconnessioni telematiche, le attuali e le future insorgenze;
– una battaglia di civiltà: il contratto sindacale unico, il contratto di edizione:
– il contratto unico per categoria
Lo Scrittore, l’Autore di opere audiovisive in genere, comprese quelle del web, non ritiene utile condividere l’attuale congiuntura europea che vede prevalere le normative che informano il copyright, cioè la gestione dei diritti dell’opera, piuttosto che quelli del Diritto d’Autore, dello Scrittore. E’ battaglia di civiltà: l’intendimento dell’Autore, dello Scrittore come lavoratore non soggiacente alla volontà forte della controparte, le associazioni di categoria devono configurare la possibilità di concepire un contratto unico per categoria che
– tenga conto della atipicità e della estemporaneità del lavoro dello Scrittore e dell’Autore,
– tenga conto dell’atipicità e dell’estemporaneità del lavoro artistico, sia esso attore o altro,
– per estensione, tenga conto dell’atipicità e dell’estemporaneità del lavoro dei tecnici, nella ferma convinzione che siano questi, nell’epoca di internet e del web, ad essere fra i protagonisti, ancor più di ieri, dell’industria dell’audiovisivo italiano.
– il contratto di edizione: una sua riformulazione
L’obsolescenza, evidenziata in modo eclatante dall’insorgenza di nuovi linguaggi e soprattutto delle nuove forme di lavoro (vd. le cento nuove professioni classificate nel lavoro FUIS a cura di Giovanni Prattichizzo) richiedono la revisione del contratto di edizione presente nella L. 633/41 e la costruzione di una nuova normativa in cui sia evidente l’attualità delle tutele e delle forme in cui si articola la proprietà delle opere della produzione intellettuale;
– accordo interassociativo
Se gli Scrittori/Autori italiani sono impegnati nella salvaguardia della loro storia di cultura, di civiltà e di progresso, come la Comunità Europea pure riconosce, se si vogliono far valere le ragioni e i diritti dell’Autore, dello Scrittore, inteso nei termini della giurisprudenza di cultura latina, è necessario che le rispettive associazioni facciano fronte unico e si costituiscano in federazione (che potrebbe configurarsi anche con ampiezza europea).
I rapporti che la FUIS ha istituito con altre associazioni italiane, con quelle francesi e spagnole, con gli Istituti di Cultura europei in Italia, sono segno concreto di questa volontà perla quale la FUIS annovera già una trentina di protocolli d’intesa.