Il Laboratorio di Teatro Classico condotto dai professori Giovanna Senatore e Dino Montanino, al suo settimo anno di vita, ha consolidato la sua identità configurandosi come luogo privilegiato di ricerca e di sperimentazione. Ragazze e ragazzi di classi diverse si incontrano per leggere, discutere e realizzare forme di scrittura orientate alla scena; si misurano con esperienze laboratoriali di espressione corporea, di uso della voce, di occupazione dello spazio. Non si limitano a studiare un testo teatrale, lo attraversano, imparano a conoscerlo, a scompaginarlo, a cogliere tutte le suggestive sfaccettature che la tragedia attica offre al lettore moderno. Tutto al fine di costruire una drammaturgia nuova, originale, pronta a misurarsi con un pubblico moderno. Un teatro della scuola radicato nella tradizione e capace di guardare avanti. Un’esperienza in grado di confermare quanto i miti del mondo classico non solo fondano la nostra identità, ma contengono una forza infinita, generano trame narrative originali, pongono domande, sollevano dubbi.
Quest’anno è stato indagato il mito di Alcesti, lungo i mesi di laboratorio teatrale sfociati nella messa in scena dello spettacolo ”Il silenzio di Alcesti” al teatro Politeama di Napoli.
Il mito della sposa che sceglie di morire al posto del marito proviene da un antichissimo motivo folclorico, diffuso dall’Europa settentrionale fino all’India.
La tragedia di Euripide è la prima versione letteraria a noi nota della favola, e costituisce la pietra di paragone con cui si sono confrontati nei secoli poeti e scrittori fino all’età moderna. Nel passaggio dalla favola al dramma la vicenda subisce una profonda metamorfosi, e inevitabilmente suscita riflessioni sull’amore coniugale, sul rapporto tra genitori e figli, sul valore del sacrificio, sulla vita e sulla morte.
Questi temi saranno ripresi, in modi e stili e con soluzioni diverse, dagli autori moderni: Rilke recupera l’unità temporale della favola antica e compendia la vicenda in un’unica scena di nozze; Marguerite Yourcenar mette in luce le incomprensioni e i rancori che spesso accompagnano i sacrifici estremi.
Nella drammaturgia proposta per lo spettacolo, Admeto si rivela un personaggio inadeguato e incapace di affrontare con dignità il suo destino di morte. Coerentemente con la tradizione si salva dalla morte e non soltanto accetta che la sua sposa si sacrifichi per lui ma diventa egli stesso artefice di uno scambio con la morte: le vende Alcesti senza prima tentare di sacrificare, al suo posto, il padre, la sorella. E Alcesti diventa il dramma delle apparenze dell’amore. Si vuole festeggiare un evento, il matrimonio, che appare privo di qualunque valore sostanziale. È una festa rituale, vuota, che ricomincia stancamente senza che nessuno sia in grado di capire il senso di quello che è successo.
Per questo Alcesti, ritornata alla vita, si chiude nell’afasia, nel silenzio, nell’impossibilità di esprimere il suo disagio in un mondo troppo desideroso dell’atteso lieto fine. L’unico personaggio che si rivela schietto, aperto, generoso è Ercole che con il suo gesto restituisce Alcesti alla vita compiendo un atto nobile quanto effimero.
Interessante e simbolica la scelta drammaturgica del “silenzio” per Alcesti; ricca di suggestioni la messa in scena, servita da un’efficace coreografia e dall’interpretazione partecipata degli studenti-attori del Sannazaro, sapientemente diretti dalla regista Giovanna Senatore e dal drammaturgo Dino Montanino che ne ha curato il testo.
Non sarà stato facile coordinare i movimenti in scena di tanti attori, dirigerli, equilibrarne gli interventi, molti erano alla loro prima esperienza, altri, appassionati allievi, hanno confermato per il quinto anno il loro interesse per il teatro classico e molto hanno appreso, lungo questo tempo, sia in termini di recitazione che umani. Lasceranno il Liceo con un bagaglio di conoscenze, emozioni , esperienze ed una rete di rapporti supplementari ed indimenticabili.
Un privilegio per tutti ed, al contempo, un amore per alcuni che è divampato ed ha imparato disciplina, pazienza, studio ed uno sguardo non univoco e prevedibile sulle cose.
IN SCENA:
B. Aversano, M. Bellucci, F. Botta, V. Caizzi, L. Colace, F. Cortese, F. Cifarielli, R. Corvi,
E. Cuciniello, S. D’Alessio, G. De Angelis Preziosi, M. De Giacomo, V. della Pietra, L. De Masi, R. De Masi, A. De Rosa, D. Di Carmine, O. Di Guida, S. Esposito, M. Fiore, F. Garofalo,
A. Guglielmi, V. Iavarone, F. Lanzotti, C. La Rocca, A. La Veglia, C. Maio, L. Mocerino,
M.R . Musella, G. Naviglio, S. Pacilio, L. Pagliaminuta, C. Passaro, F. Pastore, A. Pignatelli,
I. Pisano, M.V. Pozzi, F. Romano, M.C. Rusciano, R.G. Russo, R. Savanelli, F. Schioppo,
E. Tafuri, F. Taraschi, R. Tartaglia, L. Tellez, F.Veileco, P. L. Vinagro, A. V. Ruggi D’Aragona,
A. L. Zamprotta, V. Ziviello.
LABORATORIO TEATRALE, DRAMMATURGIA E MESSAINSCENA
GIOVANNA SENATORE, DINO MONTANINO