L’Aula del Senato autorizza il processo nei confronti di Matteo Salvini. La richiesta era arrivata dal Tribunale dei ministri di Palermo che accusa il leader della Lega di sequestro di persona per aver bloccato, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco dei migranti a bordo della Open Arms.
Il voto del Senato che autorizza il processo a carico di Salvini
Bocciata, quindi, la proposta della Giunta delle elezioni di negare il processo all’ex ministro dell’interno. La proposta, infatti, non ha raggiunto la quota necessaria, ovvero la maggioranza assoluta pari a 160, perché il parere della giunta, contrario all’autorizzazione, fosse confermato. I contrari alla relazione della giunta sono stati 149 ed un astenuto.
La Giunta per le autorizzazioni a procedere aveva deliberato il 26 maggio scorso di negare l’autorizzazione a procedere, ed era sulla relazione della Giunta che i senatori sono stati chiamati a votare. Nelle dichiarazioni di voto in favore dell’autorizzazione a procedere si sono espressi M5s, Pd, Iv, Leu, Autonomie, mentre i gruppi di centrodestra hanno espresso la loro contrarietà. Ago della bilancia è stato il voto di Italia Viva, che a fine maggio in Giunta aveva deciso di astenersi per “approfondire le carte”. Questa volta i renziani hanno votato in modo compatto perché il leader della Lega vada a processo.
Il caso Open Arms
“Per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 107 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto” a bordo della nave Open Arms. Questa è l’accusa mossa dal Tribunale dei minisri di Palermo verso l’ex Ministro degli Interni, Matteo Salvini.
Per il Tribunale dei ministri di Palermo l’ex titolare del Viminale “in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani ed abusando dei poteri allo stesso rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva, senza giustificato motivo” di concedere un porto sicuro alla nave, si legge nelle oltre cento pagine di accusa.
Le reazioni di Salvini e della Open Arms
“Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi, perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso. Mi tengo stretto l’articolo 52 della Costituzione (‘La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino’) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: ‘Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra’. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori”.
Così il leader della Lega Matteo Salvini commenta il voto del Senato.
Il via libera del Senato al processo a Matteo Salvini è un’ “occasione importante per ristabilire la verità dei fatti e per riaffermare, una volta per tutte, l’inviolabilità delle leggi internazionali e nazionali che regolano la nostra convivenza civile e che hanno permesso alle democrazie europee di non ripetere gli errori tragici del passato”. Questo il commento della Ong spagnola Open Arms. Il voto di oggi, aggiunge Open Arms, è “importante” anche per un altro motivo: “non è l’ex ministro che vorremmo fosse giudicato, ma una visione del mondo e della politica“.
Quella, dice la Ong, “che ha continuato a preferire l’omissione di soccorso e i respingimenti per procura al soccorso, che ha continuato a scegliere di fermare con azioni amministrative pretestuose le navi umanitarie anziché coordinarle meglio in mare, che ha scelto di chiudere i porti anziché organizzare protocolli di sbarco sicuri, che ha preferito assistere a naufragi in diretta piuttosto che assumersi la responsabilità di dire che la vita ha lo stesso valore per tutti, che siamo tutti uguali davanti alla legge, che di ogni essere umano va tutelata la dignità e che i diritti o sono di tutti o non sono di nessuno“.