Il self wedding o, per chi vuole dirlo in italiano, la sologamia piace alle donne italiane? Le mode che arrivano da oltreoceano hanno sempre il loro fascino e quando portano il profumo dell’empowerment femminile mostrano una marcia in più. Giurare fedeltà e amore a se stessi, perché di questo si tratta, è un rito che in Giappone, per esempio, è ampiamente celebrato con tanto di cerimonia e wedding planner. In Italia ha fatto il suo ingresso la scorsa estate grazie all’arte.
Self wedding: dal Giappone a “Sex and the City”
Era il lontano 2003 quando Carrie Bradshow, protagonista della serie cult “Sex and the City” annunciava il proprio self wedding. Dopo numerose presenze ai matrimoni delle amiche aveva deciso di dichiarare amore a se stessa. Quante di noi hanno pensato che la sua fosse soltanto una boutade, l’ultima invenzione a stelle e strisce? Salvo poi riflettere su quante nuove tendenze abbiamo visto captare dalla serie HBO. Il self wedding non faceva eccezione.
Il Giappone, infatti, conosceva la sologamia già da tempo e largamente. Molte donne giapponesi già decidevano di sposare se stesse, impegnarsi ad amarsi e a prendersi cura di ogni proprio bisogno.
Star del giorno
A sancire un impegno così importante non basta una semplice dichiarazione, magari davanti allo specchio. Promettersi amore eterno richiede una giornata dedicata, una cerimonia pianificata nei minimi particolari. Ci vuole un abito che sia all’altezza della situazione con tanto di trucco e parrucco abbinati. Per un giorno così speciale meglio avvalersi dell’aiuto di esperti che curino tutti i dettagli. Nella città di Kyoto sembra ci sia un’agenzia di wedding planning per sologame molto apprezzata. Gli esperti si assicurano che quel giorno non manchi nulla, tranne lo sposo ovviamente. Il self wedding, infatti, è per lo più celebrato dalle donne.
Al termine della cerimonia, le “self spose” ricevono un certificato di matrimonio che, neanche a dirlo, non ha alcun valore legale.
Empowerment femminile
In Italia, la sologamia è approdata la scorsa estate grazie a un evento artistico. La visual artist, Elena Ketra, ha presentato il suo progetto all’interno del Festival della visione e della cultura digitale tenutosi a luglio a Roma. Inserendo i propri dati attraverso un touchescreen, era possibile dichiarare il proprio impegno verso se stessi “in virtù dell’arte e dell’amore”. Al termine della procedura si otteneva anche il certificato.
Un gesto simbolico, questo, che vuole ribadire quanto sia importante amarsi, prendersi cura di sé. Un atto di empowerment femminile che dovrebbe essere basilare per ognuna di noi. Un gesto che non ci chiuda in noi stesse ma, al contrario ci apra al mondo nel modo migliore.
In copertina foto di lucas mendes su Unsplash