Il sangue limpido del mare, dopo la sua prima nazionale avvenuta a Milano all’interno del Programma EXPO Milano 2015, presso la Cascina Triulza di Agedo Nazionale (ASSOCIAZIONE GENITORI PARENTI E AMICI OMOSESSUALI) nella settimana mondiale contro l’omofobia per il progetto “Parole Prigioniere”, in favore dei diritti delle persone LGBT e contro tutte le discriminazioni e gli stereotipi di genere, patrocinando lo stesso progetto di AGEDO e dando un contributo per la Carta dei Diritti che vuole promuovere la lotta contro ogni genere di discriminazioni (genere, età, disabilità, origine etnica, fede religiosa, orientamento sessuale) nelle future Esposizioni Universali (Dubai 2020) ed Internazionali (Antalya 2016; Astana 2017), prosegue il suo tour.
Il format di questa delicata performance è firmato dall’Associazione Culturale immaginARTE, con la regia della poliedrica artista Stefania Mulè che unisce più linguaggi artistici in un unico respiro: letterario, cinematografico, teatrale, musicale nonché quello delle animazioni e degli effetti speciali curati invece dalla società cooperativa ELASTRO di Palermo.
Lo spettacolo affronta l’attuale tema dell’immigrazione ma anche delle discriminazioni e degli stereotipi di genere attraverso il racconto di una giovane donna che parte dall’ Africa scappando dalla guerra in un barcone della disperazione e, una volta giunta, finisce stuprata e costretta alla prostituzione.
In questo abisso nasce un amore con una “compagna di sventura” la quale, una notte, favorisce la sua fuga lasciandola andare verso il sognato viaggio di ritorno nella sua Africa. Ma lei, una volta ritornata, decide di lottare, oltre che per la sua terra, pure per la sua dignità e la sua vera essenza di donna nel corpo e nello spirito.
La sua migrazione diviene il simbolo di un nuovo viaggio verso la sua vera anima conquistata al durissimo prezzo della triplice discriminazione come profuga, come omosessuale e come prostituta, giurando a se stessa di non permettere mai più che intrusi violino la sua vita.
Un viaggio che, adesso, proseguirà per sempre…
“Il Sangue Limpido del Mare” è il simbolo centrale di questa storia: è quello che, spesso, divide il “lontano” delle terre sognate e degli affetti più cari, ma al contempo unisce gli uomini in un’unica essenza; ad esempio, nel sangue dei profughi, nelle lacrime, nella paura dell’ignoto, ma pure nel sole, nell’ alba che sempre si rinnova, nelle tempeste e le quieti che accompagnano la vita.
E’ l’anima del mondo che ci lega al di là delle diversità di ogni tipo, oltre l’abisso della discriminazione, del pregiudizio, dello sfruttamento, della violenza. E’ un grido di denuncia, di disperazione e di tormento, ma è anche soprattutto un grido d’amore, di dignità, di libertà.
“Scrivendo questa “avventura”- dichiara l’autore aretino Paolo Scatragli -ho cercato di togliere ogni “abbellimento” ed ogni forma letterale descrittiva, per ridurre tutto a delle “foto” essenziali, di proposito, perché ciascuno fosse libero di costruirci il proprio film, la propria storia.
Per questo motivo ho scelto la formula della “poesia”. Da questo embrione iniziale è nato subito il “sentire” personale di Stefania Mulè, per cui il tutto è uscito dalla gabbia della sola opera letteraria per svilupparsi in un “cantiere” in cui libro, spettacolo teatrale e film breve sono divenute membra di un unico corpo, tre progetti che si completano a vicenda.
Spero che questo “cantiere” susciti a ciascuno, attraverso le opere in cui è articolato, (libro, film breve, pièce teatrale) lo stesso amore che ho sentito – che abbiamo sentito – nella costruzione di quest’opera, dalla prima parola scritta a tarda notte in uno studio intriso di fumo e di sogni, fino alle luci del palcoscenico di Stefania che hanno dato, a quelle parole ed a quei sogni, un viso ed un’anima nuova”.