Il ruolo dei genitori è semplice da illustrare, più complesso da praticare. Se, infatti, possiamo riassumerlo nella parola accudimento, dobbiamo anche ricordare che i modelli familiari appresi da un figlio costituiscono un bagaglio fondamentale anche nell’età adulta. Attraverso l’interazione con i genitori, i bambini sviluppano la propria identità, assimilano modelli comportamentali. I genitori hanno un ruolo fondamentale anche nello sviluppo emotivo dei loro figli. Possono aiutarli a riconoscere le emozioni, a manifestarle nel modo più funzionale. Nei primi anni di vita di un bambino, com’è giusto che sia, le scelte fondamentali che lo riguardano sono in capo ai genitori: l’alimentazione, la salute, la scuola, lo sport. “Quanta roba” dietro una sola parola, vero? Questa “roba” è probabilmente l’origine di una corrente di pensiero, nata in area anglosassone e arrivata anche in Italia, che tende a professionalizzare il ruolo dei genitori. Genitori che devono mostrarsi in ogni momento pazienti, disposti al dialogo, positivi. Poiché questa è una situazione concretamente irrealizzabile ecco che scatta la colpevolizzazione del genitore considerato inadeguato e bisognoso di aiuto da parte di specialisti.
Il ruolo dei genitori nella società contemporanea
CoPInG (Constructions of parenting on insecure grounds. What role for social work) è il progetto di ricerca che ha ascoltato diverse tipologie di famiglia. Coordinato dall’Università di Trento (dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive) e condotto insieme alla Libera Università di Bolzano, all’Università di Trieste e all’Università della Calabria, ha studiato le metodologie di intervento più appropriate per sostenere le famiglie in difficoltà. Metodologie per sostenere la genitorialità anche in contesti non proprio tradizionali ma sempre più diffusi come il caso di partner separati, con nuovi compagni, delle famiglie multiculturali, delle famiglie arcobaleno. Poi ci sono i mali del nostro tempo come povertà, precarietà lavorativa, migrazioni forzate a mettere a dura prova le famiglie e le buone pratiche genitoriali. Il discorso sulla genitorialità continua nell’intervista a Silvia Fargion, professoressa ordinaria al Dipartimento di psicologia e scienze cognitive di UniTrento, coordinatrice del progetto. Buon ascolto.
In copertina foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay