Gioca con le parole il Convegno “Il riscatto di Afrodite”, che si svolgerà a Firenze ma lo fa con quella leggerezza di calviniana memoria, che serve a fugare la superficialità ed a far spazio al gioco che non serve solo ai bambini ma anche agli adulti per conoscere ed imparare e che ha il sapore delle faccende davvero profonde.
Ad ospitare l’incontro la Firenze, in particolare Villa Pallini in Via Francesco Baracca, 150/P.
Una Firenze che, in questo caso, incontra e si gemella con Napoli, la Città delle Sirene ha ospitato la seconda edizione del Disability Pride Italia, all’interno del quale vi sono state due serate dedicate ad esplorare, con delicatezza e competenza, ma anche con grinta e propositività, utilizzando e facendo incontrare diversi linguaggi, da quello scientifico a quello dell’arte, il tema dell’affettività e della sessualità.
Non a caso è stato proprio a Napoli che è avvenuta la prima presentazione del calendario “Il riscatto di Afrodite”, che dà il nome a tutto il convegno, progetto artistico di Tiziana Luxardo, nota fotografa, spesso protagonista di importanti campagne sociali.
L’evento è organizzato in collaborazione con: il Comune di Firenze Q5, l’Associazione Habilia Onlus, l’associazione toscana Paraplegici Onlus, il Centro di Riabilitazione Villa Il Sorriso, il Comitato LoveGiver, Il Disability Pride Italia.
Un riscatto possibile che parla da una parte di scatti fotografici, che con coraggio, ma anche con levità, riescono ad entrare in punta di piedi nell’intimità delle persone con disabilità fisica.
Un’intimità spesso violata, laddove i bisogni di accudimento si scontrano, in maniera stridente, con la legittima possibilità di autodeterminarsi, di poter concretamente scegliere per la propria vita, anche in condizioni di non autonomia fisica.
Un’intimità in cui la fotografa Tiziana Luxardo, che ha curato il progetto fotografico, è riuscita ad entrare con discrezione, sollevando il velo su una realtà, quella dei corpi delle persone con disabilità, abitati da legittimi bisogni e desideri affettivo-sessuali, spesso taciuta o disconosciuta.
Ecco perché Afrodite, dea dell’amore ma anche del desiderio, trova in questi strumenti di conoscenza e risveglio delle coscienze un momento nevralgico di riscatto, di riconoscimento pieno di una dimensione appartenente a tutti, al di là della loro condizione esistenziale.
Nel convegno, quindi, si parlerà di sessualità a 360 gradi. Dalla presentazione fiorentina del calendario Codacons 2018 (i cui proventi in parte sosterranno il progetto LoveGiver ed in parte l’organizzazione del Disability Pride Italia 2018), all’analisi multidimensionale del tema della sessualità nella disabilità.
Il convegno sarà occasione di dialogo, confronto e scambio di visioni ed anche di riflessioni su una serie di buone pratiche, attuali e potenziali, inserite in un orizzonte prospettico.
Tra queste verrà introdotto un progetto di consulenza online ad accesso gratuito ed anonimo. Un help desk messo a disposizione per abbattere i tabù su sesso e disabilità.
“Le persone con disabilità – sottolinea Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, psicoterapeuta, sessuologo, vicepresidente e responsabile scientifico dell’Osservatorio Nazionale Assistenza Sessuale LoveGiver – ancora oggi sono impossibilitate a vivere la propria esperienza affettiva e sessuale. Permettere la libertà di vivere tale esperienza è l’obiettivo del progetto LoveGiver. Un progetto dove l’operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità (OEAS) rappresenta il trait d’union tra le diverse figure professionali e la persona con disabilità in tema di affettività e sessualità”.
A fargli eco Maximiliano Ulivieri, presidente del Comitato LoveGiver: “Andando oltre quello che da tempo sentiamo sull’argomento sessualità e disabilità, ossia il fatto che sia un tabù, che le persone disabili siano considerate asessuate o eterni bambini – evidenzia – sarebbe opportuno sensibilizzare e lavorare sulla cultura del Paese. A mio parere un aspetto nevralgico connesso alla sessualità è quello dell’l’autodeterminazione, cioè la libertà di scegliere. Il diritto di sperimentare, sbagliare, provare. Per questo mi sento di lottare. Non per convincere che il progetto “LoveGiver” sia la soluzione per eccellenza, ma una possibilità. Quella di vivere questa esperienza è decisione personale dei singoli soggetti. Decisione che non può e non dev’essere presa da altri. D’altra parte, si può lavorare su di una visione più ampia dei corpi e della sessualità. Visione che progetti come quello del calendario possono aiutare a svilupparsi più rapidamente.“
La sessualità, secondo quanto sottolinea Tania Sabatino, è una sfera multidimensionale fondamentale per l’esistenza, il cui sviluppo, frutto di una progressiva presa di consapevolezza, è indispensabile per la costruzione identitaria di ogni essere umano.
Per questo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la pone tra le componenti della salute, da intendersi non come mera assenza di malattie, bensì come qualità di vita globale, all’interno della quale confluiscono il benessere oggettivo e soggettivo.
“Una qualità della vita – ribadisce Tania Sabatino – che non può realizzarsi se non ci si interfaccia con un ambiente fisico e sociale, ma anche simbolico-relazionale, pensato per includere e per valorizzare le potenzialità e le caratteristiche proprie di ogni individuo”.
A ribadire la centralità della possibilità di sperimentare e sviluppare, in maniera equilibrata il proprio potenziale è anche Vito D’Aloisio, presidente di Habilia Onlus
“Il tema della sessualità – spiega – verrà trattato in maniera itinerante. Dopo Palermo, nel 2016, e Napoli, nel 2017, facciamo tappa a Firenze, un incontro che porterà, attraverso una serie di dibattiti che si svolgeranno in varie città italiane, ad approfondire la riflessione e l’operazione di sensibilizzazione, sino ad arrivare al Disability Pride 2018, che si terrà a luglio a Roma. So per esperienza personale quanto sia terribile psicologicamente avere delle limitazioni, anche nel campo sessuale, ma io posso autodeterminarmi… Mi sono messo un attimo in un altro corpo ed ho immaginato di avere ancora altri limiti, Devastante è l’unica parola che mi è venuta in mente. Questa sensazione dentro mi ha spinto ad aiutare il Disability Pride, il progetto LoveGiver e chiunque si impegni in questa causa, per cercare di far sì che la sessualità diventi un diritto assoluto per le persone con disabilità”.