Il mondo della pedofilia, nel 2016, ha continuato a prosperare. Le violenze sono diventate più raffinate ed i metodi di smercio del materiale, video e foto in cui sono ritratti bambini vittime di un abuso passato e di un abuso presente,- più difficilmente riscontrabili, a causa alle infinite possibilità del deep web. A dirlo il Report Meter 2016, pubblicato lo scorso mese di marzo. Il sistema prevalentemente usato nel deep web è The Onion Router (TOR), una rete di comunicazione basata sull’autonomia dei suoi membri, protetti dalla crittografia. È quindi difficile ottenere l’indirizzo IP che li identifica.
Milioni di immagini (per la precisione 1’946’898, contro il milione e poco più del 2015) e tonnellate di gigabyte hanno continuato a rappresentare il dolore e le urla dei bambini, violentati e venduti da abusatori che si mostrano ormai anche a viso scoperto. Se si guarda ai dati, le nazioni prese in considerazione sono 42. In particolare si registra l’esplosione di Tonga, che raccoglie una popolazione di circa 100’000 persone e che è il paese che ha totalizzato la maggior parte delle segnalazioni: 4’156. Seguono la Russia (635) e la Nuova Zelanda (312).
Questo report deve spingere ad una maggiore attenzione dell’opinione pubblica e conseguente fare pressione sui governi perché si prendano serie misure per la caccia ai criminali della rete. Necessita pertanto di una collaborazione attiva ed immediata anche attraverso strumenti e reti messi a disposizione come per esempio da Europol per prevenire e contenere la pedofilia e la pedopornografia. Sono questi fenomeni sommersi ma diffusi piu’ di quanto dicano i numeri ufficiali.
Il vero allarme è legato ai luoghi degli abusi, il 90% degli avvengono in famiglia, e a chi li compie, in gran parte sono commessi da padri e nonni. Il 68% di chi subisce abusi sono femmine. Oltre a questo c’e’ il fenomeno del turismo sessuale nel quale l’Italia e’ al primo posto con 80mila viaggi l’anno. In continuo aumento sono poi la pedopornografia e la pedofilia online.