ra i più grandi maestri del teatro contemporaneo, l’attore e regista Mamadou Dioume, storico artista della compagnia di Peter Brook, sarà a Napoli con lo spettacolo “Il Quarto Vuoto”, un viaggio esplorativo e di ricerca nell’animo umano, presentato in esclusiva in Campania al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo (Via Concezione a Montecalvario, 34) diretto da Laura Angiulli, venerdì 31 gennaio alle ore 20,30 con repliche sabato 1 febbraio alle ore 20,30 e domenica 2 febbraio alle ore 18 (Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro, under 35 10 euro). Lo spettacolo è prodotto da Teatro Hamlet, testo e regia di Gina Merulla. In scena con Dioume, Sabrina Biagioli, Massimo Secondi, Fabrizio Facchini e Andrea Lavagnino (voce narrante).
La “prima” di venerdì 31 gennaio sarà preceduta alle ore 18 dall’incontro “Peter Brook et moi” in cui Mamadou Dioume racconterà al pubblico la sua esperienza nel teatro di ricerca e la collaborazione con il regista britannico, maestro assoluto della scena teatrale. L’incontro sarà condotto da Annamaria Sapienza, docente in Discipline dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Salerno. I partecipanti avranno la possibilità di acquistare il biglietto per lo spettacolo delle 20,30 al prezzo scontato di 8 euro.
“Il Quarto Vuoto”, nome attribuito al Rub’ al-Khali, il secondo deserto di sabbia del mondo per estensione che ricopre un quarto della Penisola Arabica, si propone come un viaggio interiore, un labirinto desolante e seducente, assordante e silenzioso, oscuro e abbagliante in cui non ci si addentra mai veramente. L’attore come l’essere umano si trova a confrontarsi con il proprio “Quarto Vuoto” in un difficile e complesso percorso di ricerca. Senza paura e senza difese è tenuto a intraprendere un cammino in se stesso oltrepassando i confini del conosciuto e del consapevole per ascoltare la voce del deserto. Un viaggio incosciente con risvolti a volte comici, a volte dolorosi, a volte sorprendenti che trascende il testo per affidarsi completamente ai corpi che come dune in perenne movimento oscillano, dondolano e mutano insieme al vento. Si tratta di Teatro/Performance durante il quale gli attori e i performers sviluppano una serie di partiture fisiche su musica o silenzio, accompagnante da una voce guida in background. Il viaggio inizia con le parole di Blaise Pascal “Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici” seguita da una sorprendente partitura (costituita da 81 musiche differenti) che costringe lo spettatore a confrontarsi con la spasmodica ricerca di senso in un’esistenza in cui i valori crollano e il vuoto avanza. Acquisita consapevolezza, segue il risveglio nel “Quarto Vuoto” e l’esplorazione delle emozioni più feroci e oscure dell’animo umano: paura, dolore, desiderio, caos. Fino alla resa finale. “Il Quarto Vuoto” non va compreso ma vissuto; lo spettatore ha un’unica scelta: lasciarsi andare e arrendersi al viaggio.