Ultimo Appello del WWF ai Presidenti delle Regioni e agli Assessori all’Ambiente perché, per convenienza politica, non sia avallata una decisione che riporterebbe indietro il Paese di 40 anni sulla tutela del lupo in Italia.
L’annunciata Conferenza Stato Regioni si appresta, infatti, ad approvare in sede tecnica l’ultima versione del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia proposto dal ministero dell’Ambiente che prevede la possibilità da parte delle Regioni di applicare la deroga alla tutela della specie, attuando abbattimenti legali. Un’azione che il WWF considera non solo inutile ma dannosa perché non risolve, ma può persino peggiorare il problema dei danni alla zootecnia con il rischio di legittimare il diffuso bracconaggio sulla specie. La bibliografia scientifica dimostra, infatti, come gli abbattimenti legali non servano né a ridurre i danni né a ridurre i conflitti, come si evince anche dal decalogo antibufale prodotto dal WWF con l’aiuto degli esperti del proprio Comitato Scientifico.
Il WWF ricorda che si stima in oltre 300 i lupi vittime ogni anno in Italia di atti illegali (dovuti a fucili, lacci e veleno) o di investimenti stradali, ai quali si aggiungeranno un numero indefinito di animali abbattuti legalmente con l’attuazione del Piano che nel testo approvazione in Conferenza Stato-Regioni non prevede più il limite del 5% degli abbattimenti l’anno, rispetto alla popolazione massima stimata (70 lupi rispetto ad una popolazione complessiva di 1600 lupi, indicata dallo stesso Piano). Saranno infatti le Regioni ad avere la facoltà di decidere il numero degli abbattimenti consentiti, in deroga alle norme comunitarie e nazionali, nel proprio territorio.
Nel nostro paese vige la piena tutela del lupo dal 1971, grazie proprio alla grande campagna avviata dallo stesso WWF con l’Operazione denominata ‘S.Francesco e il lupo’. Se la Conferenza Stato-Regioni approverà il Piano senza le modifiche richieste dai 190mila cittadini, che hanno risposto alla petizione del WWF chiedendo di non autorizzare l’abbattimento dei lupi, l’associazione vigilerà con la massima attenzione sull’attuazione del Piano intervenendo anche con azioni legali per garantire il rigoroso rispetto delle norme comunitarie e nazionali.
Per il WWF, l’ipotesi di introdurre gli abbattimenti legali, sostenuta in particolare da alcune Regioni (Abruzzo,Toscana,Veneto, Basilicata, Calabria, Valle d’Aosta), è un’autentica operazione di ‘distrazione di massa’: , rispondendo alle istanze delle parti più retrograde degli operatori del settore, indica una soluzione che non solo è estremamente pericolosa per una specie che viene già colpita duramente ogni anno da bracconaggio e uccisioni accidentali, ma è del tutto inefficace e improduttiva per gli allevatori e per i pastori.
Al contrario gli studi dimostrano che le tecniche di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate e cani da guardia) si sono dimostrate la soluzione più efficace per garantire la convivenza della zootecnia con la presenza del lupo.
Per questo il WWF ribadisce che l’abbattimento legale dei lupi non risolve il conflitto con la zootecnia ma rischi di amplificarlo, come dimostra quello che sta succedendo nei Paesi europei che da anni hanno adottato la soluzione degli abbattimenti (Francia, Slovenia e Svezia, Svizzera). La zootecnia italiana soffre di problemi strutturali e di competitività nel mercato europeo, pur essendo uno dei comparti dell’agricoltura più sovvenzionati con i fondi della politica agricola comunitaria, che non saranno certamente risolti con le misure previste in questo Piano.
La Conferenza Stato-Regioni è ancora in tempo per cancellare dal Piano la possibilità dell’abbattimento legale del lupo, rafforzando invece le altre azioni previste dal Piano: per la prevenzione dei danni, il monitoraggio della specie, le attività di informazione e formazione degli allevatori. Se approvato senza le modifiche richieste nella petizione ‘SOS Lupo’ del WWF, consegnata al Ministro Galletti, ci saranno 12 mesi di tempo prima dell’attuazione degli abbattimenti legali durante i quali le Regioni dovrebbero attivarsi per realizzare tutte le altre azioni previste, obiettivo irrealistico visto che il Piano precedente è rimasto per 10 anni inapplicato.