Il piano Kalergi è una di quelle teorie che, pur sembrando superate, tornano ciclicamente alla ribalta. Ne parliamo oggi dopo le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida al convegno della Cisal. Il ministro ha sostenuto la necessità di incentivare politiche sulla natalità per contrastare la sostituzione etnica. Non è un mistero che queste tematiche siano molto care ad ambienti di destra, sovranisti e suprematisti così come sottolineato in una pagina del sito web del governo. Una contraddizione in termini? Un’affermazione che non si sposa con il ruolo istituzionale?
L’ideale di un’Europa unita
A Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi si deve il primo progetto di un’Europa unita. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il conte austriaco sentì l’urgenza di creare un nuovo ordine europeo. L’unità dell’Europa doveva basarsi prima di tutto sullo stesso spirito e poi su interessi economici comuni. Era questa la strada da seguire per assicurare una convivenza pacifica tra i popoli europei e, di conseguenza, una pace duratura nel continente. La pace in Europa, secondo Kalergi, passava anche per una certa mescolanza di etnie (o, come si diceva all’epoca, di razze). Molto critico verso la teoria di una razza superiore, Kalergi sosteneva che gli uomini nati da genitori di diverse etnie fossero più ricchi di spirito e più propensi a mantenere la pace.
Il piano Kalergi come teoria del complotto
Le sue idee, espresse nelle opere “Paneuropa” e “Idealismo pratico”, furono accolte con favore da molte personalità europee dell’epoca: dal Albert Einstein a Sigmun Freud, da De Gasperi a Churchill. Molto meno favore ne incontrò in Gerd Honsik. Il negazionista austriaco vide in quelle parole, opportunamente decontestualizzate, un preciso piano per annullare l’identità europea. Il “meticciato etnico” imposto da Kalergi avrebbe portato al “genocidio” dei popoli europei. Da qui la teoria del complotto sulla sostituzione etnica operata da presunte élite economiche che prende il nome di piano Kalergi.
Nonostante Honsik sia stato riconosciuto come negazionista e condannato due volte per aver negato la tragedia dell’Olocausto come verità storica, la sua idea sul piano Kalergi si è molto diffusa. Trova piena accoglienza in ambienti di destra che la ripropongono in momenti di particolare difficoltà economica. La crisi del 2007 e i corposi flussi migratori dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa sono stato e sono ancora momenti cruciali per riproporre lo spettro della sostituzione etnica.
Europa unita
Nonostante lo stravolgimento delle sue idee, Kalergi resta un punto di riferimento nell’europeismo moderno. Mai citato tra i teorici, alcune delle iniziative prese negli anni sull’Europa si ispirano alle sue proposte: la nascita della “Comunità europea dell’acciaio e del carbone” nata nel 1952; l’adozione dell’Inno alla Gioia di Friedrich Schiller su musica della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven come inno dell’Europa. Fu lui a fondare nel 1948 l’Unione Parlamentare europea, che sfocerà nella nascita del Consiglio d’Europa e della sua Assemblea parlamentare (dopo il Congresso dell’Europa a L’Aia nel 1948). Dal 1978 la fondazione “Coudenhove-Kalergi”, diventata nel 2008 “European Society Coudenhove-Kalergi”, ogni anno premia personalità che si sono distinte per il loro impegno europeista. Per l’Italia, nel 1986, fu premiato Sandro Pertini.
In copertina foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay