Il PD si rinnova davvero? È una domanda legittima dopo l’avvicendamento di Enrico Letta con la nuova segretaria Elly Schlein. In conseguenza del cambio della guardia ora è stata composta una nuova segreteria ed è stato eletto nuovo presidente del partito Stefano Bonaccini.
Spulciando i nomi della nuova dirigenza, in verità, non è che si notino tutti questi stravolgimenti, certo acquisiscono posizioni i grandi elettori della nuova segretaria come è naturale che sia ma la vecchia nomenclatura non è affatto scomparsa né dopo la débâcle elettorale né dopo le primarie che hanno visto trionfare la candidatura dell’outsider Schlein.
Rinnovamento è una parola molto grossa e molto impegnativa, in questo caso deve significare, soprattutto, cambio di linea politica e chiari segnali di distacco dal passato prossimo del partito, non fra i più brillanti.
PD: arriva il nuovo?
Elly Schlein
Questo voto è un mandato chiaro per il cambiamento… Da domani saremo pronti a riorganizzare l’opposizione nel Paese… Saremo un problema per Giorgia Meloni..
Il nuovo PD si trova ad affrontare tanti scogli sul suo cammino a partire dalla grossa rogna data dalle cosiddette correnti interne. Subito il proclama della segretaria è stato quello di chiedere a gran voce il superamento di questo antico vizio. La composizione della segreteria la smentisce un poco dal momento che sono ben visibili, invece, lì tutte le correnti possibili ed immagininabili.
Ora le battaglie vere che aspettano il PD si spostano nel Paese e in Parlamento. Si capirà presto se ci sarà più continuità o discontinuità sui temi reali con cui la sinistra incarnata dal partito si dovrà misurare inevitabilmente: lavoro, diritti sociali, migrazioni, guerra saranno i veri banchi di prova politici e i veri problemi cui dare risposta. Senza appello.
Intervista a cura di Serena Bonvisio
Foto da: www.partitodemocratico.it