Mark Zuckenberg vuole fare le cose in grande partendo da un rinnovamento totale con Meta, il nuovo nome di Facebook. Un nuovo inizio che vede nel Metaverso il modo migliore per andare avanti e cercare di risolvere i problemi del passato.
Meta, l’annuncio del nuovo nome di Facebook
All’interno del grande evento dal nome Facebook Connect, l’amministratore delegato Zuckenberg ha rilasciato un annuncio importante per il futuro della sua azienda: si cambia nome con Meta nuovo nome della grande azienda proprietaria della maggiori app di messagistica e social network del pianeta.
«Qualcuno dirà che questo non è il momento di concentrarci sul futuro. Abbiamo questioni importanti di cui occuparci»,
Le parole dell’amministratore delegato all’evento
Un cambio che non toccherà i nomi delle singole app e delle piattaforme della “nuova” Meta ovvero Facebook, Messenger, WhatsApp, Instagram e Oculus ma soprattutto rimane immutata la struttura societaria. Unica modifica la potremmo notare dal prossimo 1° dicembre quando le azioni verranno riconosciute col il nome di «MVRS».
Sguardo sul metaverso
Oltre 10 miliardi di dollari nel solo 2021 per raggiungere un obiettivo ben preciso, il metaverso. Creare, quindi, un vero e proprio «ambiente virtuale» in cui entrare e uscire dicendo addio alla “staticità” dello schermo. Potremmo definirlo come una dimensione dell’Internet dove incontrarsi, giocare, andare allo stadio, lavorare e fare compere. Il tutto sotto forma di avatar con la capacità di riprodurre espressioni facciali e linguaggio del corpo e con l’ausilio di visori per la realtà virtuale, occhiali per la realtà aumentata e applicazioni ad hoc.
I problemi di Meta
Con questa “mossa”, Zuckerberg vuole spostare l’attenzione dai tanti problemi che stanno affligendo Facebook ma non solo? Le polemiche, ormai, arrivano da ogni fronte con accuse di diffondere disinformazione e far circolare contenuti divisivi. Insomma, sta vivendo una delle peggiori crisi della sua storia iniziata con il caso Frances Haugen e la diffusione di documenti interni. Una situazione che non vuole stabilizzarsi visto che è di pochi giorni fa l’indiscrezione del Wall Street Journal secondo la quale i dati fatti “uscire” da Frances Haugen sono finite anche nel mirino della Federal Trade Commission americana.