Con le dimissioni di Fioramonti, il governo Conte bis è dovuto correre immediatamente ai ripari allo scadere del 2019. La soluzione è stata davvero imprevedibile: il ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato diviso in due. Da una parte avremo il ministero dell’istruzione con a capo la ex sottosegretaria Lucia Azzolina mentre dall’altra il ministero dell’Università e della Ricerca con a comando un nome nuovo ovvero quello di Gaetano Manfredi.
Chi è il nuovo ministro dell’Università?
All’interno del mondo accademico, il nome di Gaetano Manfredi è impossibile non conoscerlo. Dal 2014 rettore della Federico II di Napoli e dal 2015 presidente del CRUI (Conferenza dei Rettori Universitari italiani), il nuovo ministro ha passato tuta la sua carriera accademica sempre all’interno dell’ateneo partenopeo. Dopo la laurea in ingegneria nel 1988 ottiene un assegno di dottorato, un assegno da ricercatore per poi diventare professore di “Tecnica delle Costruzioni” presso la facoltà di Ingegneria ed infine rettore nel 2014.
Le critiche alla legge di bilancio
Il nuovo ministro dell’Università, già da prima della sua nomina, aveva espresso forti perplessità sulla legge di bilancio 2020. Attraverso una nota in qualità di presidente del CRUI scrisse:”La Conferenza dei Rettori esprime profonda preoccupazione per la direzione diametralmente opposta a quella attesa. Nonostante la stagnazione, perfino i Paesi emergenti puntano su università e ricerca: l’Italia no. Siamo molto delusi i finanziamenti che aspettavamo servivano in primis per i giovani. Un piano straordinario per i ricercatori e risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie (per la cosiddetta no-tax area). Tenendo conto che siamo già il Paese europeo con il minor numero di laureati, e che notoriamente la crescita economica nella società della conoscenza non può che basarsi sulla conoscenza, non credo che questa legge renda un servizio al futuro prossimo dei nostri cittadini“.
La missione del nuovo ministro
Quale sarà quindi l’obiettivo del ministro Manfredi? Obiettivo principale sembra essere quello di ridare fondi e vitalità al mondo della Ricerca che negli ultimi anni era stato sempre vittima sacrificale per la questione tagli all’interno delle tante leggi di bilancio che anni dopo anni sono state approvate.
Altro compito da superare sarà sicuramente quello di riportare in patria quanti più “cervelli in fuga” possibili. Nel corso dell’ultimo decennio, i numeri di questo fenomeno si è allargato in maniera esasperante e preoccupante.