In un’intervista rilasciata qualche giorno fa ad Adnkronos il ministro della Salute Speranza aveva illustrato quello che sarebbe stato il criterio base del successivo Dpcm. La distinzione, cioè, tra attività essenziali e non essenziali nell’individuare le misure adatte a contrastare la curva crescente dei contagi. Intervenire sull’inessenziale per non dover poi compromettere l’essenziale. A leggere il nuovo DPCM del governo Conte, presentato domenica sera, l’indirizzo sembra confermato anche se l’impressione generale che si ricava è quello di un provvedimento “a metà strada”. Vediamo insieme perché passando in rassegna i temi centrali del documento.
Il nuovo DPCM del governo Conte: la movida
Volendo seguire questo criterio possiamo dire che le attività di ristorazione sono essenziali (in quanto posti di lavoro) e la movida no. Pertanto:
- Le attività di ristorazione come bar, pizzerie, pasticcerie, gelaterie partiranno alle 5 e proseguiranno fino alle 24 se possono assicurare il consumo al tavolo, fino alle 18 in caso contrario.
- A ogni tavolo possono sedere non più di 6 persone.
- I locali devono esporre un cartello con l’indicazione dei posti a sedere totali disponibili.
- Sono consentite le attività di asporto e consegna fino alle 24 se la consumazione non avviene nelle vicinanze.
Durante la conferenza stampa di presentazione del Dpcm, Conte aveva annunciato la possibilità per i sindaci di chiudere strade e piazze dove è possibile la formazione di assembramenti ma la bozza definitiva del testo fa riferimento alla norma in modo più generico. Un modo, forse, per rispondere alla protesta partita dall’Anci dopo tale proposta.
La scuola
La scuola è un’attività essenziale per cui continuerà a svolgersi prevalentemente in presenza. Tuttavia per le scuole medie superiori è richiesto agli istituti di:
- organizzare ingressi scaglionati a partire dalle 9
- dove possibile prevedere i turni pomeridiani
- abbinare alle lezioni in presenza la didattica a distanza per alcuni giorni a settimana.
Una misura, questa, adottata per decongestionare il trasporto pubblico che è anch’esso essenziale eppure continua a essere il grande assente di questi provvedimenti.
Lo sport
Veniamo allo sport. Le competizioni sportive professionistiche sono essenziali quelle dilettantistiche no. Resta, quindi, confermato il divieto delle partite di calcetto, e di tutti gli sport di contatto giocati a livello amatoriale, come resta confermata la prosecuzione di campionati come quello di serie A di calcio e il Giro d’Italia (nonostante l’alto numero di atleti contagiati). Ammesso anche il pubblico con le regole che già conosciamo. Nel mezzo ci sono le palestre alle quali è stata concessa una settimana di tempo per adeguarsi alle normative per continuare a svolgere le loro attività. A questo punto la domanda è: chi controllerà l’effettiva osservanza delle regole all’interno delle palestre? Gli stessi che controllano il rispetto delle regole per le strade e nei negozi? Perché fissare ammende con alti importi ha poco senso se manca il controllo e chiudere un tipo di attività perché non controllabile è un danno alla nostra economia.
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