Dopo il romanzo “L’enigma del Cristo Velato”, arriva in libreria il nuovo libro dello scrittore: “Il novizio di Firenze” di Emanuele Scherillo
Il nuovo romanzo di Emanuele Scherillo
“Il novizio di Firenze. Le indagini dell’ispettore Russo” di Emanuele Scherillo edito da Giazira Scritture è il nuovo thriller dello scrittore napoletano.
Ancora una volta i lettori seguiranno l’ispettore Gennaro Russo nelle sue indagini, questa ancora più intricate che mai e nella bellissima città di Firenze.
Gennaro Russo ha trovato l’amore, ma la sua vita continua a essere un tormento. Tutti lo acclamano come l’ispettore dei casi impossibili ma lui vorrebbe proseguire il suo lavoro a Napoli, come se nulla fosse accaduto. Vorrebbe dimenticare, ma il destino gli tira un colpo basso. A Firenze accadono cose orribili e gli chiedono di partire. Tra le bellezze della città d’arte, si allungano le ombre del Sommo Poeta e del Vaticano. Qualcosa di terribile attende l’ispettore…
Emanuele Scherillo è nato nel 1986 a Napoli, dove vive attualmente. Attore professionista e formatore, da sempre coltiva la passione per la Storia e l’Arte. Questo, assieme all’amore per la sua città, ha dato vita al suo romanzo d’esordio L’enigma del Cristo Velato, esordio di successo della serie sulle indagini dell’Ispettore Russo.
Se amate i gialli e i thriller e avete ancora dubbi sui regali di Natale da comprare, “Il novizio di Firenze” di Emanuele Scherillo potrebbe essere il libro che fa al caso vostro. Se ne volete saperne di più, in questa intervista l’autore ci racconta l’importanza dell’arte nel suo romanzo, i tormenti che angosciano l’ispettore Russo e tanto altro!
“Il novizio di Firenze” di Emanuele Scherillo: intervista all’autore
Con il suo ultimo thriller l’ispettore Gennaro Russo si trova a indagare in un’altra bellissima città d’arte italiana, Firenze. L’arte nei suoi romanzi riveste sempre un ruolo di primo piano, perché?
Fondamentalmente nei miei romanzi c’è molta arte anche perché è una delle mie prime passioni. Poi credo che inserendo questo tipo di dettagli si faccia in modo che il lettore possa immergersi maggiormente in una storia, apprezzando, inoltre, quei tesori che l’Italia possiede e che troppo spesso diamo per scontati.
Nel “Il novizio di Firenze” il suo protagonista continua a essere tormentato. Per chi non ha letto il suo primo romanzo, L’enigma del Cristo Velato, possiamo anticipare le motivazioni che rendono inquieto l’ispettore?
Il tormento dell’ispettore è radicato nel personaggio per diversi fattori di cui parlo ne “L’Enigma del Cristo Velato”. Partendo dai trascorsi di un passato difficile fatto di scelte e amicizie in qualche modo sbagliate; ma vedremo poi, lungo la storia, che la risoluzione del primo caso porterà il protagonista a perdere tante cose importanti per la sua vita, ma non spoileriamo troppo.
C’è un motivo per cui ha scelto di ambientare il suo secondo romanzo a Firenze e non nella sua città, Napoli? Molti scrittori, invece, tendono a radicare il protagonista dei loro sequel nella stessa città anche per rendere più credibile il personaggio, lei che ne pensa?
Onestamente non credo che la credibilità di un personaggio dipenda dal luogo fisico in cui si radica, ma dalla sua umanità. Poi, più nello specifico, il motivo è ambivalente: sono un napoletano fiero ed orgoglioso, ma ho avuto la fortuna di vedere tante città italiane e credo che le bellezze artistiche da raccontare siano tante ed è giusto portare i lettori un po’ in giro per queste bellezze. Inoltre ho cercato di distaccarmi dalla tendenza a “restare” dei personaggi, per cercare di non adagiarmi troppo su quanto fatto dagli altri e pormi degli ostacoli.
Ci può raccontare come è nato l’ispettore Gennaro Russo? Cosa le ha fatto scattare la scintilla?
È stata una vera e propria folgorazione mentre mi trovavo in visita al Cristo Velato, e ai suoi piedi ho praticamente visto un flash della prima scena del romanzo. Era da tempo che avevo intenzione di mettermi alla prova nella scrittura, e quel momento è stata la proverbiale scintilla. Ricordo nitidamente che ero con un amico e lo costrinsi a tornare indietro, ognuno a casa sua perché non volevo perdere l’ispirazione. Così trascorsi la prima notte in bianco davanti al computer. Il resto è storia…