Dove eravamo rimasti? A un albero di Natale immaginario sotto il quale è sistemato (forse), nella sua bella carta, un libro. L’obbligo del forse è dettato dalla scarsa disponibilità dei titoli più richiesti in cui si potrebbe incorrere nelle prossime settimane. Lo stesso discorso vale anche per un altro classico del dono natalizio: il giocattolo. Trenini, bambole e soldatini sembrano al sicuro mentre i giochi più reclamizzati potrebbero restare solo un desiderio. Quello del 2021 non sarà un Natale senza giocattoli ma per accontentare i nostri piccoli dovremo faticare più del solito.
Stop and go
Lo stop and go della pandemia sta facendo sentire oggi i suoi effetti. Dopo i mesi di chiusura forzata, la produzione ha ripreso a ritmi accelerati incontrando inciampi lungo il cammino. Le difficoltà che stanno incontrando gli editori sono più o meno le stesse che stanno incontrando i produttori di giocattoli. Durante il lockdown le vendite, dopo un primo fermo, hanno subito un forte rialzo. La produzione non ha seguito lo stesso ritmo con la conseguenza che, a ridosso di un periodo così impattante per il commercio in tutto il mondo, si può contare sulle scorte di giocattoli giacenti nei magazzini mentre la produzione di nuovi giocattoli potrebbe diventare un problema.
Cina vs Europa
C’è un altro elemento da considerare: la maggior parte dei giocattoli usati dai nostri bambini è di produzione cinese o più in generale asiatica. Se i ritmi di produzione mantenuti in questi Paesi possono oggi garantire scorte sufficienti, il trasporto diventa problematico. L’aumento del costo del carburante, come già sappiamo, è il primo motivo, gli e stalli nei principali porti e aeroporti commerciali, è il secondo. L’80% delle merci mondiali viene trasportata via mare, un volume che ora non si riesce a mantenere. La mancanza di personale e di cargo, il rallentamento dovuto ai controlli Covid contribuiscono a congestionare gli hub principali in tutto il mondo.
Un Natale senza giocattoli?
La situazione illustrata porta a due conseguenze: scarsità di prodotti e aumento dei prezzi. I giocattoli molto reclamizzati già in questo periodo bisognerà comprarli con un certo anticipo. E’ improbabile, infatti, che, a differenza degli anni scorsi, sarà possibile fare un secondo round di produzione per rifornire gli scaffali svuotati in fretta. Molti giocattoli, inoltre, potranno subire un incremento di prezzo. Un’operazione necessaria per alcuni produttori anche se complessa poiché il commercio dei giocattoli si muove sul criterio delle fasce di prezzo. Andiamo verso il Natale 2021 (il secondo in tempi di pandemia) guardando all’orizzonte della ripresa mentre in tutta Europa risalgono i contagi.
In copertina foto di Bruno /Germany da Pixabay