Il mondo puó fare a meno del carbone, il combustibili fossile che provoca, se bruciato, il livello piú alto di emissioni di CO2. Ma la strada dovrà essere aperta dai paesi che ne possono fare a meno súbito, vale a dire i Paesi industrializzati, che possono eliminare questo combustibile dai loro sistemi energetici nei prossimi 20 anni o anche prima. Già Gran Bretagna, Austria e lo stato dell’Alberta (Canada) hanno annunciato di voler fermare le centrali a carbone in una decina di anni. E’ necessario, quindi, che i Governi dei Paesi industrializzati introducano con urgenza una normativa che garantisca l’immediata sospensione della costruzione di nuove centrali a carbone, la chiusura di quelle meno efficienti e il percorso per la progressiva chiusura di tutte le centrali a carbone. Lo sottolinea un briefing a cura del WWF Internazionale.
“L’Italia dovrà giocare un ruolo di primo piano accelerando il processo di fuoriuscita dal carbone, come promesso dal Presidente del Consiglio il 22 giugno agli Stati Generali del Clima -dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il nostro é uno dei paesi che può fare a meno da subito del peggior combustibile fossile, avendo una forte overcapacity produttiva per l’energia elettrica”.
Entro il 2030, al più tardi, non dovrebbero essere costruiti nuovi impianti a carbone nemmeno nei paesi in via di sviluppo. E’ quindi importante che i Governi interrompano immediatamente tutti i finanziamenti pubblici, così come va sospeso il supporto finanziario da agenzie di credito all’esportazione per qualsiasi progetto di carbone, come stanno facendo l’OCSE e molti singoli Paesi.
“Le politiche dei Governi devono soddisfare contemporaneamente due sfide interconnesse: ‘energia a prezzi accessibili per tutti’ e protezione del clima –sottolinea Midulla – Oggi la chiave per consentire sviluppo sostenibile e accesso all’energia per tutti c’è ed è nelle energie rinnovabili. Un modello di sviluppo energetico più diffuso e decentralizzato porta benefici estesi e limita le emergenze sanitarie dovute all’inquinamento, al contrario di quanto avviene oggi coi modelli centralizzati fondati sui fossili e il nucleare. Confidiamo che le iniziative per lo sviluppo dell’energia solare annunciate in India come in Africa facciano vincere la sfida dello sviluppo sostenibile, mettendo fuori gioco il vecchio e pericoloso carbone”.