La pandemia ci accompagna da ormai 2 anni tra lockdown, vaccini e (per chi ha subito gli effetti della malattia) anche la rieducazione polmonare ma è qui che il mondo del gaming entra in gioco.
Pandemia: rieducazione polmonare e mondo del gaming
Divertirsi e, allo stesso tempo, compiere tutti quei movimenti che la rieducazione polmonare post Covid impone per recuperare al meglio la funzionalità respiratoria. La proposta, del tutto nuova per l’Italia, arriva da Helaglobe, azienda fiorentina che ha scelto di operare nel segmento della salute e del supporto alle persone con patologia, partendo dalle necessità espresse da queste ultime, anziché farsi guidare nell’agire quotidiano dalle mere logiche di business. Sono quindi i pazienti a diventare in questo modo vera e propria parte attiva nella realizzazione di strumenti e soluzioni atti a sostenere le attività quotidiane o a recuperare da gravi patologie.
I videogiochi per la riabilitazione
Nello specifico, sul fronte Covid, l’azienda ha sviluppato – insieme a professionisti della salute e tecnici informatici – una serie di videogiochi attraverso i quali il paziente, che vive la fase della convalescenza post virus, possa svolgere quotidianamente esercizi, movimenti e pratiche necessarie a recuperare la piena funzionalità respiratoria. In questo modo, semplicemente con uno schermo tv e una microcamera, il paziente si troverà a volare con un parapendio virtuale o a correre una maratona semplicemente rimanendo seduto a casa propria. Con la correttezza dei movimenti costantemente monitorata e garantita dal videogioco.
Le parole di Helaglobe
“In questo modo – dice Davide Cafiero, fondatore di Helaglobe – il paziente avrà la certezza di svolgere al meglio tutti i movimenti necessari al proprio percorso di recupero. Con, allo stesso tempo, la parte ludica del videogame, che consente di abbattere la barriera psicologica della noia o della fatica quotidiana che gli esercizi comportano”.
“La nostra filosofia primaria – continua Cafiero – non è quella del business, ma di partire dalla base delle necessità del paziente per costruire un supporto, realizzare una soluzione che sia realmente adeguata ed utile, provata e garantita anche dal punto di vista scientifico. Siamo già in contatto con alcuni assessorati alla salute per capire come mettere a disposizione questa soluzione, pensata per chi ha avuto la sfortuna di imbattersi nel Covid”.