Si tratta di tunnel sotterranei presenti su tutta la superficie europea. La scoperta presenta i tratti dell’incredibile e un pizzico di ilarità, quantomeno per gli esordi. Si, poiché, è stata effettuata ad opera di una mucca che pascolava tranquillamente sui prati della Doblerg, una collina della Baviera.
L’animale si è imbattuto in un cratere sottostante la superficie che ha indotto la Signora Beate Greithanner, la produttrice di latte proprietaria del bestiame e suo marito ad analizzare e, far analizzare, i fatti. I coniugi, hanno avuto modo di apprendere, grazie alle ricerche condotte, che la loro proprietà sorgeva su un labirinto di cunicoli chiamato “Erdstall” che, nella tradizione popolare, significa dimora dei goblin.
A che cosa serviva la rete dei tunnell? Secondo il ricercatore tedesco Heinrich Kusch rappresenterebbe un collegamento fra i vari centri di abitazione risalenti all’epoca neolitica. Si tratta di cunicoli spessi circa 70cm che consentivano, dunque, il passaggio di una sola persona. Gli spazi erano intervallati da aree di sosta munite di panchine, a prima vista, una vera e propria rete metropolitana stile Età della Pietra. Il fatto che i cunicoli siano giunti sino alla nostra epoca, a ben 12 mila anni di distanza, la dice lunga sulla quantità dei percorsi.
La rete è presente in tutti i paesi europei, soltanto in Germania sono stati contati circa 750 metri di tunnel mentre in Austria 350. La funzione della rete è ancora da stabilire, sembrerebbe, infatti che non tutti i cunicoli siano percorribili agevolmente. Alcuni studi condotti dal pioniere delle esplorazioni di Erstall Lambert Karner (1841-1909) raccontano che taluni passaggi sotterranei non sarebbero percorribili se non tramite l’uso della posizione del ghepardo, il che vuol dire che non vi si poteva “tranquillamente passeggiare”.
Alcuni, studiosi, per questo, alla teoria della rete stradale affiancano quella di difesa dai predoni mentre altri ancora, invece considerano Erstall una rete stradale secondaria attraverso cui si potevano raggiungere altri luoghi e, dunque, essere preservati da eventuali pericoli. Interessante è anche la teoria secondo la quale questi ritrovamenti rappresenterebbero soltanto una piccola parte di città o altri reperti ancora più straordinari.
Non conosciamo, ad oggi, la reale funzione dei tunnel, fatto sta, che a prescindere dallo scopo per cui sono stati costruiti, ci rendiamo ben conto di come la vita dei nostri antenati dell’Età della Pietra non fosse solo la caccia e il mantenimento della famiglia. Così come per altri imponenti ritrovamenti, anche Erstall ci dimostra che i nostri avi avevano conoscenze molto più profonde di quelle che sin ora abbiamo ipotizzato.